Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Piva: «Chi mi ridà indietro questo periodo?» E in aula scoppia la bagarre

- Mo. Zi.

VENEZIA «Contenta? Era il minimo. Io non ho fatto nulla ma tre anni non me li ridà indietro nessuno». Maria Giovanna Piva per qualche minuto mantiene il contegno accigliato che l’ha accompagna­ta per tutto il processo, che ha seguito dalla prima all’ultima udienza senza mai perderne una. Ex magistrato alle acque di Venezia, l’accusa per lei era di essere stata al soldo del Consorzio Venezia Nuova, venendo meno al ruolo di controllor­e dello Stato sulla progettazi­one e l’esecuzione del Mose. Lei si è sempre professata innocente e ha più volte ripetuto che, anzi, fu allontanat­a da Venezia proprio per avere contrastat­o il Consorzio, che impose che le cerniere delle paratoie mobili fossero costruite con parti saldate e non, come da progetto originario, in unico blocco di fusione.

«Tre anni non me li dà indietro nessuno, i miei genitori sono morti con questo peso. Contenta? Mi sono tolta un’ angoscia». Neanche il tempo di tirare un sospiro e allargare un sorriso, in aula le associazio­ni No Grandi Navi, Ambiente Venezia e Opzione Zero, srotolano uno striscione («La mafia a Venezia si chiama Consorzio Venezia Nuova») e parte il battibecco. «Tanto i soldi li ha già presi, la possono anche assolvere la accusa Tommaso Cacciari - Che eravate al soldo del Consorzio é una verità storica». «Chiamate la polizia, ci sono i criminali in aula», urla qualcuno e a quel punto interviene Emanuele Fragasso, avvocato difensore della Piva. «Possibile che un’aula di tribunale diventi luogo di tribuni politici?». «Avete anche il coraggio di parlare? - rintuzza Cacciari - Vi assumete la responsabi­lità politica dei soldi presi per il Mose. Che non funzionerà mai». I manifestan­ti, una cinquantin­a, hanno scritto una lettera aperta al ministro delle Infrastrut­ture Graziano Delrio, al presidente della autorità anticorruz­ione Raffaele Cantone e al Provvedito­re alle opere pubbliche (ciò che resta del magistrato alle acque) Roberto Linetti: chiedono una verifica da parte di soggetti terzi della «risonanza», fenomeno che causa l’instabilit­à delle paratoie.

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Maria Giovanna Piva Accusata di aver ricevuto tangenti dal Cnv

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