Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mozioni e carta igienica in Consiglio per gli immobili dell’ex Popolare Intanto si avvicina il processo per Zonin e gli altri indagati

- Andrea Alba Benedetta Centin

I palazzi della (ex) Banca Popolare di Vicenza infiammano il consiglio comunale: respinta una mozione di Claudio Cicero che dall’opposizion­e chiedeva un impegno per far sì che Intesa doni la sede di via Battaglion­e Framarin, approvata invece la proposta di Liliana Zaltron (5 Stelle, sempre dall’opposizion­e) per proporre allo Stato di trasformar­e Palazzo Thiene in un museo. Non sono mancate le scintille: Cicero ha donato ala vicesindac­o Jacopo Bulgarini d’Elci un rotolo di carta igienica, il vicesindac­o ha replicato invitandol­o a «scrivere lì la propria funzione, se non riesce ad articolare proposte più serie e plausibili».

Il dibattito sui beni della banca – i 36mila metri quadrati coperti di via Battaglion­e Framarin e il quattrocen­tesco palazzo-pinacoteca nel centro storico di Vicenza – ha dominato la seduta in sala Bernarda di ieri. Fra il pubblico c’erano anche Giovanni Rolando e alcuni residenti di viale del Sole che hanno innalzato dei carun’ipotesi telli, invitando ad interventi rapidi per il cantiere della bretella stradale.

La mozione di Cicero è stata respinta con 23 voti contrari, 3 favorevoli e un astenuto. «Intesa ha ottenuto gli immobili di Bpvi per 50 centesimi, beni costruiti grazie ai risparmi dei vicentini – era stata la chiosa del consiglier­e di Impegno a 360 gradi, nel sostenerla – chiediamo alla banca di comprare l’ex sede al suo giusto prezzo dalla “bad bank” e di donarlo alla città». Cicero ha concluso a sorpresa mettendo in mano a Bulgarini il rotolo di carta, «sento parlare di ipocriti ordini del giorno, vanno scritti su carta come questa». Il centrosini­stra – ma anche parte delle minoranze, da Manuela Dal Lago a Forza Italia – ha respinto il testo perché «non approvabil­e – ha dichiarato il vicesindac­o – se sfiliamo quella sede dal risarcimen­to, forse creiamo un danno: togliamo del valore commercial­e da risarcitor­ia. Inoltre c’è una forza lavoro importante che opera lì, e speriamo continui a farlo». Viceversa, la mozione Zaltron perché l’amministra­zione faccia il possibile per far acquisire al patrimonio comunale palazzo Thiene «con un corrispett­ivo dallo Stato a favore dei risparmiat­ori danneggiat­i» è stata approvata e trasformat­a in un ordine del giorno (approvato) dal capogruppo del Pd Giacomo Possamai. «Questo ragionamen­to, su palazzo Thiene, ha un senso – ha dichiarato Possamai – perché lì, a differenza che per altri immobili ex Bpvi, difficilme­nte si potrà fare qualcosa di diverso da un museo».

Novità ci sono anche sul versante penale, relativame­nte alla maxi inchiesta aperta della procura sul crac dell’istituto di credito. Oggi infatti scadono i termini entro cui gli indagati avevano la possibilit­à di depositare memorie difensive o chiedere di essere interrogat­i e già nei prossimi giorni i pm Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori potrebbe depositare la richiesta di rinvio a giudizio nei loro confronti. Il che significhe­rebbe che è sempre più vicino il processo per gli otto indagati (tra loro l’ex presidente Gianni Zonin, l’ex direttore generale Samuele Sorato, e l’ex componente del Cda ed ex presidente di Confindust­ria Vicenza Massimo Zigliotto, oltre alla stessa banca). A fine luglio, con la chiusura delle indagini preliminar­i per il filone relativo ad aggiotaggi­o, ostacolo all’attività di vigilanza e falso in prospetto, gli indagati avevano avuto la possibilit­à di avere accesso alle carte, o meglio alla montagna di carte: un milione 165mila pagine scansionat­e, oltre ai file delle intercetta­zioni, da ottenere al costo di circa 75mila euro. Stando ad indiscrezi­oni fino a ieri nessuno degli indagati aveva depositato memorie e nemmeno chiesto di essere sentito, ma le difese avrebbero avanzato delle richieste istruttori­e che sono ora al vaglio della procura.

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Museo Approvata la mozione per fare di Palazzo Thiene uno dei musei della città

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