Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Mozioni e carta igienica in Consiglio per gli immobili dell’ex Popolare Intanto si avvicina il processo per Zonin e gli altri indagati
I palazzi della (ex) Banca Popolare di Vicenza infiammano il consiglio comunale: respinta una mozione di Claudio Cicero che dall’opposizione chiedeva un impegno per far sì che Intesa doni la sede di via Battaglione Framarin, approvata invece la proposta di Liliana Zaltron (5 Stelle, sempre dall’opposizione) per proporre allo Stato di trasformare Palazzo Thiene in un museo. Non sono mancate le scintille: Cicero ha donato ala vicesindaco Jacopo Bulgarini d’Elci un rotolo di carta igienica, il vicesindaco ha replicato invitandolo a «scrivere lì la propria funzione, se non riesce ad articolare proposte più serie e plausibili».
Il dibattito sui beni della banca – i 36mila metri quadrati coperti di via Battaglione Framarin e il quattrocentesco palazzo-pinacoteca nel centro storico di Vicenza – ha dominato la seduta in sala Bernarda di ieri. Fra il pubblico c’erano anche Giovanni Rolando e alcuni residenti di viale del Sole che hanno innalzato dei carun’ipotesi telli, invitando ad interventi rapidi per il cantiere della bretella stradale.
La mozione di Cicero è stata respinta con 23 voti contrari, 3 favorevoli e un astenuto. «Intesa ha ottenuto gli immobili di Bpvi per 50 centesimi, beni costruiti grazie ai risparmi dei vicentini – era stata la chiosa del consigliere di Impegno a 360 gradi, nel sostenerla – chiediamo alla banca di comprare l’ex sede al suo giusto prezzo dalla “bad bank” e di donarlo alla città». Cicero ha concluso a sorpresa mettendo in mano a Bulgarini il rotolo di carta, «sento parlare di ipocriti ordini del giorno, vanno scritti su carta come questa». Il centrosinistra – ma anche parte delle minoranze, da Manuela Dal Lago a Forza Italia – ha respinto il testo perché «non approvabile – ha dichiarato il vicesindaco – se sfiliamo quella sede dal risarcimento, forse creiamo un danno: togliamo del valore commerciale da risarcitoria. Inoltre c’è una forza lavoro importante che opera lì, e speriamo continui a farlo». Viceversa, la mozione Zaltron perché l’amministrazione faccia il possibile per far acquisire al patrimonio comunale palazzo Thiene «con un corrispettivo dallo Stato a favore dei risparmiatori danneggiati» è stata approvata e trasformata in un ordine del giorno (approvato) dal capogruppo del Pd Giacomo Possamai. «Questo ragionamento, su palazzo Thiene, ha un senso – ha dichiarato Possamai – perché lì, a differenza che per altri immobili ex Bpvi, difficilmente si potrà fare qualcosa di diverso da un museo».
Novità ci sono anche sul versante penale, relativamente alla maxi inchiesta aperta della procura sul crac dell’istituto di credito. Oggi infatti scadono i termini entro cui gli indagati avevano la possibilità di depositare memorie difensive o chiedere di essere interrogati e già nei prossimi giorni i pm Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori potrebbe depositare la richiesta di rinvio a giudizio nei loro confronti. Il che significherebbe che è sempre più vicino il processo per gli otto indagati (tra loro l’ex presidente Gianni Zonin, l’ex direttore generale Samuele Sorato, e l’ex componente del Cda ed ex presidente di Confindustria Vicenza Massimo Zigliotto, oltre alla stessa banca). A fine luglio, con la chiusura delle indagini preliminari per il filone relativo ad aggiotaggio, ostacolo all’attività di vigilanza e falso in prospetto, gli indagati avevano avuto la possibilità di avere accesso alle carte, o meglio alla montagna di carte: un milione 165mila pagine scansionate, oltre ai file delle intercettazioni, da ottenere al costo di circa 75mila euro. Stando ad indiscrezioni fino a ieri nessuno degli indagati aveva depositato memorie e nemmeno chiesto di essere sentito, ma le difese avrebbero avanzato delle richieste istruttorie che sono ora al vaglio della procura.