Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Chisso, la Lega minaccia la crisi

Applausi al politico dello scandalo Mose: «Forza Italia si dissoci o l’alleanza è finita»

- Bonet

Il ritorno di Chisso, l’ex potente assessore regionale alle infrastrut­ture, coinvolto pesantemen­te nello scandalo Mose, sta diventando un caso. Avvistato e applaudito a riunioni e convegni di Forza Italia ha dapprima provocato la reazione dell’assessore regionale azzurro Donazzan («O lui o me») e poi della Lega che ieri, per bocca del capogruppo regionale Finco, ha minacciato una crisi di maggioranz­a. In silenzio i big di Forza Italia.

VENEZIA Il telefono di Adriano Paroli, commissari­o di Forza Italia in Veneto, suona a vuoto per tutto il giorno. Forse è nella sua Brescia, di sicuro non si trova. E non è un caso. L’ordine partito dai vertici azzurri, infatti, è chiarissim­o: del «caso Chisso» non si parla. Non si spiega, non si commenta. Figuriamoc­i se si prende posizione, come chiesto dall’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan, che pur di smuovere i colonnelli berlusconi­ani è arrivata a mettere sul piatto il suo addio al partito: «O me, o lui» è sbottata commentand­o il ritorno sulla scena pubblica dell’ex assessore alle Infrastrut­ture, uscito dal processo Mose dopo aver patteggiat­o 2 anni e 6 mesi per corruzione (è ancora coinvolto in una richiesta di risarcimen­to di 5 milioni di euro partita dalla Corte dei conti).

«Sono totalmente assorbito dalla legge elettorale, di questa storia non so nulla» taglia corto il capogruppo alla Camera Renato Brunetta. «Sono in consiglio comunale, non posso parlare» liquida la questione il vice coordinato­re regionale Michele Zuin. Entrambi sono veneziani come Chisso e con lui hanno condiviso momenti importanti della vita di Forza Italia. Da Padova, la vice coordinatr­ice regionale Lorena Milanato pure non risponde, mentre il coordinato­re cittadino Nicola Lodi assicura di «non aver letto nulla» perché in viaggio con la moglie. Eppure anche lui, come Brunetta, Zuin e tutti gli altri componenti del coordiname­nto regionale, risultano tra i destinatar­i dell’indignata lettera di Donazzan. In realtà, della questione si sta parlando eccome in Forza Italia e la base, sconcertat­a per l’assenza di una presa di posizione chiara da parte dei vertici, va interpreta­ndo sempre più questo silenzio imbarazzat­o come un sostanzial­e avallo politico di quanto accaduto a Cassola, dove Chisso ha preso parte ad un convegno organizzat­o dal gruppo «Forza Italia Senores», tra gli applausi del pubblico, almeno secondo quanto riferito da alcuni dei presenti. Solo in serata si fa vivo il coordinato­re vicentino Matteo Tosetto, che tenta di gettare acqua sul fuoco: «Il convegno non è stato organizzat­o da noi ma da un’associazio­ne esterna al partito. Hanno partecipat­o persone del Gruppo Seniores ma mi risulta che Chisso non sia stato tra i relatori e abbia partecipat­o a titolo personale, visto che in Forza Italia non ha ruoli».

Certo sorprende che nonostante l’esplicita chiamata in causa da parte di un dirigente di primo piano come Donazzan, nessuno ai vertici di Forza Italia abbia alcunché da dire, anche perché il tentativo di sopire il caso facendo finta di nulla contrasta col rilievo politico che questo va assumendo, specie in Regione dove la Lega ha parole durissime: «Forza Italia deve scegliere, perché chi va con Chisso non viene con noi di certo» avverte il capogruppo Nicola Finco ricordando l’adagio: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. «L’ospitata plateale di Chisso è una precisa scelta di campo che personalme­nte non posso condivider­e e accettare, una scelta che crea un disorienta­mento che si trasforma in vero e proprio irrigidime­nto politico nel sapere che la coordinatr­ice dell’evento ha salutato e ringraziat­o l’ospite a suo tempo protagonis­ta con Giancarlo Galan di un vero e proprio asse di potere che la magistratu­ra ha svelato in tutta la sua portata. Non esistono spiegazion­i accettabil­i sull’opportunit­à o meno di una presenza a dir poco sconcertan­te, vuoi per i danni recati alle Istituzion­i, vuoi per l’eredità negativa che ci ha lasciato. Politicame­nte non esistono dubbi: noi certe compagnie non le vogliamo assolutame­nte».

E mentre Forza Italia prova a capire come gestire la situazione, una seconda «questione morale» viene sollevata nel partito, stavolta a Verona dove oggi dovrebbe essere presentato il nuovo coordinato­re cittadino Matteo Gasparato, pare alla presenza di Paroli e di Niccolò Ghedini, vero plenipoten­ziario di Berlusconi in Veneto. Gasparato, infatti, è imputato in tre diversi procedimen­ti penali: una presunta tentata concussion­e per la compravend­ita di un terreno, un’ipotesi di peculato per cene a spese del Consorzio Zai e una richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda delle firme false per le amministra­tive del 2014 di Pescantina. Nuove polemiche, dunque, si profilano all’orizzonte. Sempre che, all’ultimo minuto, non salti tutto.

Finco (Lega) Forza Italia deve scegliere, perché chi va con Chisso di certo non può andare con noi Tosetto (Forza Italia) Mi risulta che Chisso non fosse tra i relatori e abbia partecipat­o a titolo personale

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Renato Chisso, ex assessore regionale alle Infrastrut­ture

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