Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Zaia e il non-voto, «rappresaglia» sopra le righe
«Dal giorno dopo il voto, a chi mi verrà a chiedere qualcosa dirò: mi faccia vedere il certificato elettorale: se è andato a votare, se no via». Così parlò Zaia. A me sembra una «rappresaglia» politica.
Mi è stato inviato, per WhatsApp, un video con un’intervista televisiva a Luca Zaia sul referendum consultivo regionale, con richiesta di esaminarlo ed esprimere un’opinione circa l’eventualità di un’azione giudiziaria con riferimento ad alcune affermazioni in essa contenute. In linea generale sono contrario al trasferimento delle contese politiche avanti ad un Giudice e, comunque, non è questa la sede per valutazioni giuridiche: quello che qui rilevo è che quantomeno c’è da sorridere. Invero Zaia afferma che avrebbe battuto il Governo avanti la Corte Costituzionale ; in realtà (v. Sentenza 25/6/2015 n.118) vi è stata la bocciatura dei tre principali quesiti, con parole anche dure della Corte sul primo («suggerisce sovvertimenti istituzionali radicalmente incompatibili con i fondamentali principi di unità ed indivisibilità della Repubblica di cui all’art.5 della Costituzione»). Ha avuto «via libera» solo il generico quesito sul desiderio dei veneti di maggior autonomia: evidentemente uno stato d’animo di questo tipo non può essere incostituzionale. In ogni caso, ricorrendo al lessico agonistico, vorrei vedere quale squadra esulterebbe per un risultato, a sè sfavorevole, di 3 ad 1. Ad un certo punto il governatore afferma che se non vi sarà una massiccia affluenza alle urne «io dal giorno dopo a tutti quelli che mi vengono a trovare e chiedere qualcosa: mi faccia vedere il suo certificato elettorale,voglio vedere il timbro, se è andato a votare, se no via. Perché chi non è andato a votare non ha titolo ad aprir bocca su questi temi qua. Quindi saremo costretti a girare col certificato elettorale». La frase è , secondo me, sicuramente «sopra le righe» e chi l’ascolta può essere indotto a ritenere che vi sia la prospettazione di una sorta di rappresaglia politica. «A prescindere», prendendo a prestito la nota frase di Totò, Zaia , a quanto pare, è disponibile a chiudersi in un silenzio totalizzante, perché per il referendum consultivo regionale non è prevista la timbratura del certificato elettorale, con l’ovvia conseguenza che nessuno potrebbe far vedere il timbro ed allora...tutti zitti.