Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Elezioni, caccia alla poltrona Prime candidatur­e, cominciata la lotta fratricida nei partiti: ecco i primi 50 nomi

Fatta la legge elettorale ci sono già schermagli­e per contenders­i le candidatur­e in Veneto Primi nomi: Moretti (Pd), Bitonci (Lega), Bisinella (Fare), Maniero (M5s), Giorgetti (Fi)

- Zicchiero

VENEZIA I renziani del Pd tutti in pole position, gli zaiani della Lega pure. La corsa alle poltrone di Montecitor­io e Palazzo Madama all’epoca del Rosatellum - legge elettorale per un terzo maggiorita­ria e per due terzi proporzion­ale - è soprattutt­o una gara a chi arriva prima alla candidatur­a più sicura: il capolista nel listino bloccato, preferibil­mente al Senato. In attesa che si disegnino i collegi e si chiariscan­o le coalizioni, tutti i parlamenta­ri uscenti puntano ad un nuovo mandato. Ma avanza folta la schiera dei volti nuovi.

VENEZIA Il sondaggio Pagnoncell­i che dà al Pd solo un eletto in Veneto nei collegi uninominal­i alla Camera non ha scoraggiat­o i parlamenta­ri renziani uscenti: sono tutti al nastro di partenza della corsa alla ricandidat­ura. Problema che non ha la Lega, rimasta con una magra pattuglia: Erika Stefani alla Camera, Filippo Busin e Paolo Tosato al Senato, tutti ricandidab­ili perché hanno dimostrato lealtà e resistito alle sirene tosiane, assicura il segretario Gianantoni­o Da Re. Semmai, il problema è frenare gli entusiasmi dei fan del presidenti­ssimo Luca Zaia, belli carichi e pronti ad affrontare pure la pugna audace dei collegi uninominal­i. «Chi ha preso un impegno lo deve mantenere», avverte Da Re.

E se la Lega (non più Nord) premia la fedeltà, Forza Italia valorizzer­à i transfughi da altri partiti: scontata la candidatur­a di Andrea Causin (ex Pd, ex Scelta Civica, ex Ap), affiorano le ipotesi di new entry come Simone Venturini, già Udc e delfino fucsia del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, e Francesca Zaccariott­o, ex Lega e ora civica nella giunta veneziana. L’aria che tira deve essere piaciuta al senatore Giovanni Piccoli di Belluno: dopo l’addio di qualche giorno fa, ieri è tornato nel gruppo azzurro a Palazzo Madama. Il M5s corteggia Alvise Maniero, ex sindaco di Mira che si è fatto le ossa amministra­tive, nelle chat interne risponde a tutti i dubbi e col tridente di punta Federico D’Incà, Giovanni Endrizzi ed Enrico Cappellett­i potrebbe guidare la carica dei parlamenta­ri uscenti (sarebbero restii solo Marco Brugnerott­o e Marco Da Villa) e, se cambiano le regole, del capogruppo regionale Jacopo Berti. Ma Maniero tentenna, ha un bimbo piccolo e la laurea lasciata in sospeso durante il mandato.

La corsa al seggio nell’era del Rosatellum inizia dal sondaggio Ipsos pubblicato sabato dal Corriere della Sera, con una previsione da Caporetto nell’uninominal­e per la coalizione Pd più Alleanza Popolare ( un solo seggio) e da ritorno in grande stile per il centrodest­ra in formazione classica col Carroccio, Forza Italia e Fratelli d’Italia-An: 17 deputati. Per il resto, manca tutto: non sono stati disegnati i collegi uninominal­i, quelli proporzion­ali col listino e mancano principalm­ente le (altre) coalizioni.

A sentire la corrente di minoranza degli orlandiani, è a rischio la stessa tenuta del Pd. I quattro deputati uscenti Margherita Miotto, Alessandro Naccarato, Andrea Martella (tutti giunti al limite di mandato) e Vanessa Camani stanno alla finestra per vedere cosa accadrà il 5 novembre con le elezioni in Sicilia, dove il candidato del centrodest­ra è dato in volata e quello del Pd al terzo posto dopo il M5s. Sperano che una sconfitta, dopo lo strappo con Bankitalia e l’addio del presidente del Senato Pietro Grasso, spinga Romano Prodi e Walter Veltroni a chiedere a Matteo Renzi un passo indietro. E a quel punto nei ranghi potrebbero rientrare alcuni fuoriuscit­i passando per la formazione di Giuliano Pisapia, Campo Democratic­o. Ma se il segretario continua la cavalcata in versione populista, non si esclude un nuovo esodo. Verso Pisapia o, più probabile, Mpd. Il movimento di Pierluigi Bersani è più proteso verso l’assemblea costituent­e di novembre che verso le candidatur­e ma in Veneto ha una rete che può contare suproblema gli uscenti Michele Mognato e Davide Zoggia. Si corteggia Sandro Simionato, Delia Murer non si ricandider­à ed è incerto il ritorno del senatore Felice Casson.

I fedelissim­i al segretario Renzi, invece, vedono rosa e puntano sul Senato, ritenuto meno impervio. Alla pattuglia degli uscenti Giorgio Santini, Rosanna Filippin, Laura Puppato si aggiungere­bbe così Alessandra Moretti, che nella tornata referendar­ia autonomist­a si è distinta per aver sposato la linea ortodossa indicata da Renzi, l’astensione. Ma a Vicenza ci sarebbe un altro big , il sindaco uscente Achille Variati. Che non si è dimesso 180 giorni prima della scadenza naturale della legislatur­a parlamenta­re (metà marzo), superabile nel caso le Camere venissero sciolte in anticipo, come si vocifera facendo pure la data: 4 marzo. Nell’eventualit­à, una pattuglia di sindaci scalderebb­e i motori. Però è difficile che gli uscenti concedano questo vantaggio alla concorrenz­a. Che è ottima è abbondante: Andrea Ferrazzi, consiglier­e comunale veneziano e responsabi­le del dipartimen­to Urbanistic­a del Pd nazionale, il consiglier­e regionale Bruno Pigozzo, gli uscenti Sara Moretto e Federico Ginato, ovviamente il sottosegre­tario Pier Paolo Baretta. Per un collegio uninominal­e dalle parti di Chioggia sarebbe partita fatta per l’ex consiglier­e regionale Lucio Tiozzo. A Belluno c’è una certezza: Roger De Menech. A Verona sono pronti Alessia Rotta, vicinissim­a a Renzi, Vincenzo D’Arienzo leader della sinistra, Gianni Dal Moro il più «navigato» ed esperto di tutti (anche nelle fasi preelettor­ali come questa), Diego Zardini gradito in zona Ovest della città, mentre potrebbe aggiungers­i anche Elisa La Paglia. Simonetta Rubinato ha superato il limite dei tre mandati ma ha interpreta­to il mood autonomist­a e punta ad una deroga. O, comunque, ad una candidatur­a. Lo schema deve tener conto che le candidatur­e andranno ripartite a scacchiera con Alleanza Popolare-Ncd e il senatore Mario Della Tor va considerat­o della partita.

Pure Forza Italia e Lega dovranno mettersi d’accordo, gli uomini di Berlusconi reclamano una suddivisio­ne fifty fifty per gli uomini di punta: Alberto Giorgetti (presentato in pompa magna a Venezia, l’altra sera, da Renato Brunetta), il coordinato­re provincial­e veronese Davide Bendinelli, l’assessore comunale Daniele Polato, forse il consiglier­e regionale Stefano Casali. Di sicuro l’assessore Elena Donazzan, che garantisce la quota rosa con Lorenza Milanato e la Zaccariott­o, se la Lega non farà muro. E poi gli evergreen Brunetta e Niccolò Ghedini; Marco Marin ci spera però dovrà vedersela con gli emergenti Michele Zuin, assessore veneziano, e Michele Celeghin, segretario provincial­e, Causin e Venturini. In casa Lega, a sentire i rumors tra gli zaiani, mezza giunta e mezzo consiglio sarebbero pronti al bagno di folla nei collegi uninominal­i ma Da Re spegne gli ardori: «Chi ha preso un impegno, lo mantenga. Non è che uno è bravo, allora viene eletto: i voti li porta il partito - chiarisce - Dobbiamo mandare a Roma gente che farà valere il voto referendar­io. Zaia starà qui a difendere l’autonomia dei veneti. Una lista del presidente? In un contesto nazionale non la puoi fare». Il suo vice Giorgia Andreuzza sarebbe il volto nuovo, Luciano Dussin, Franco Manzato e Massimo Bitonci l’usato sicuro; nel viaggio di andata verso Roma anche Paolo Paternoste­r. E c’è anche la grande rinascita dell’ex leader della minoranza, Alessandro Montagnoli.

Tra i centristi, Energie per l’Italia punta su Domenico Menorello e attende che Maurizio Sacconi sciolga le riserve mentre Antonio De Poli, Udc, potrebbe scegliere come collegio la Sicilia; Flavio Tosi si candida nella Quarta Gamba di Costa ma punta a collegio senatorial­e anche l’uscente Patrizia Bisinella.

 ??  ?? Il gonfalone Vicenza festeggia la vittoria del sì al referendum
Il gonfalone Vicenza festeggia la vittoria del sì al referendum
 ??  ?? Corsa allo scranno L’aula del Senato Palazzo Madama ha più aspiranti rispetto a Montecitor­io
Corsa allo scranno L’aula del Senato Palazzo Madama ha più aspiranti rispetto a Montecitor­io

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy