Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Scontri al G20, Fabio Vettorel in carcere da 114 giorni Il giudice: «Per ora non ci sono prove ma resta in cella»

- Davide Piol © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

FELTRE «È altamente probabile dimostrare che l’accusato abbia preso parte alle violenze di cui il gruppo è responsabi­le anche in assenza di prove concrete sulla sua responsabi­lità diretta». L’ordinanza del giudice Wolkenhaue­r del 29 settembre riguardo al caso di Fabio Vettorel è lapidaria: pur in assenza di prove definitive sembrava dare per assodata, senza definire i termini delle prove oggettive, la partecipaz­ione attiva di Fabio Vettorel ai disordini del 7 luglio scorso ad Amburgo, quando era in corso il G20. Fabio, 18 anni, è in carcere a Hanofersan­d da 114 giorni, e il processo a suo carico inizierà il 7 novembre prossimo.

Prima del 29 settembre nessuno aveva incontrato Fabio, né uno psicologo né tanto meno un pm. Si trattava quindi di «giudizio anticipato» del magistrato che riteneva Fabio imputabile perché «con la sua presenza non ha preso distanza dalle condotte del gruppo e anzi le ha rafforzate». L’ordinanza aveva spinto l’avvocato Gabriele Heinecke a presentare istanza di ricusazion­e il 16 ottobre in seguito alla decisione del giudice di dare ai testimoni un tempo massimo di 15 minuti. Wolkenhaue­r, che insieme ai due giudici popolari aveva già rigettato le istanze di scarcerazi­one, ha respinto anche quella di ricusazion­e. Il processo si terrà quindi il 7 novembre. «Hanno già deciso il risultato - dice la madre di Fabio – Fabio non è considerat­o un innocente ma un colpevole in attesa di processo».

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