Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Venetisti anti-Fisco indagati «Le riunioni continuano» Perucca: non sono illegali e le accuse sono infondate
finalizzata all’istigazione e all’incitamento alla disobbedienza fiscale, a «ritardare, sospendere e non effettuare il pagamento delle imposte dirette o indirette». Ma a quanto pare queste riunioni proseguiranno. «Sono due, tre anni che ci vengono organizzate dalla gente, in diverse parti del Veneto, tutto in modo spontaneo, e non c’è motivo perché non debbano più avvenire» fa sapere il vicentino Gabriele Marco Perucca Orfei, ex leader dei forconi, che si descrive come il fondatore del Comitato, spiegando però di essersi dimesso alcune settimane fa per questioni personali. Lui è uno dei 32 indagati e come la veronese Patrizia Badii, leader di uno dei due gruppi, respinge ufficialmente le contestazioni della procura. «Non c’è nulla di illegale – sbotta Perucca – : le accuse sono infondate, stiamo solo spiegando ai veneti come possono autodeterminarsi trattenendo le risorse, perché quando ci sono da pagare le tasse un cittadino che si riconosce di nazionalità veneta può tenere per sé i soldi. C’è un trattato di New York che parla appunto di diritti umani e dell’autodeterminazione, noi spieghiamo come applicare queste leggi sul territorio, ci siamo formati come comitato e lo abbiamo comunicato alle organizzazioni competenti, arrivando ad istituire anche un registro delle genti venete che conta parecchie migliaia di iscritti». Tra i reati a cui rispondono a vario titolo i 32 vicentini - e in parte minore trevigiani, veronesi e padovani anche quelli di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale che si sarebbero verificati quando i «gruppi di intervento rapido» davano supporto agli associati destinatari di controlli, pignoramenti e sfratti (avvenne a Piovene Rocchette il 19 settembre 2016, contro lo sfratto della famiglia Spezzapria, e a Malo, il 23 settembre, a sostegno di un imprenditore). Contestata anche la diffamazione, avvenuta sulla pagina Facebook del Cnl, in merito al controllo fiscale operato a marzo 2016 dalla finanza in una pizzeria di Trissino. Il video della verifica postato in rete aveva scaturito infatti una serie di commenti poco felici.