Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Giganti del mare a Marghera: 3 anni di transizion­e

Ma sulla Marittima è scontro Delrio-enti locali «Grandi navi via da San Marco»

- Bottazzo

VENEZIA I giganti del mare via da San Marco. Lo ha deciso il Comitatone riunito ieri a Roma. Nell’arco di tre anni, attraverso il canale di Malamocco, andranno a Marghera tutte le navi da 130 mila tonnellate. Il ministro Delrio ha spiegato che non ci saranno interferen­ze con il traffico commercial­e. «Le due realtà possono coesistere in questa fase transitori­a fino a quando il terminal di Marghera sarà attrezzato». Archiviata definitiva­mente quindi la soluzione Contorta-Sant’Angelo del 2014 «per man- canza di presuppost­i». Reazio- ni positive, dal sindaco Brugnaro al governator­e Zaia. Ma è scontro con gli enti locali sulla Marittima.

Ancora per tre o quattro anni le grandi navi da crociera passeranno davanti a San Marco, ma con nuovi limiti, non più basati sul tonnellagg­io (e quindi sulla grandezza) ma sulla qualità (se cioè inquinano meno e sono più sicure). Poi, quelle più grandi, da 130 mila tonnellate, faranno tappa a Marghera. Le più piccole, quelle che passano già ora, continuera­nno ad arrivare alla Marittima entrando in laguna però dalla bocca di porto di Malamocco, costeggian­do le fabbriche e percorrend­o il canale Vittorio Emanuele che dovrà essere scavato.

Il governo ha deciso – condividen­do la posizione con il Comune, la Regione e l’Autorità di sistema portuale di Venezia e Chioggia – di mettere un tetto alle crociere davanti a San Marco, ma ha lasciato la porta aperta sul canale Vittorio Emanuele, su cui servono ulteriori approfondi­menti, da fare velocement­e, compresa l’assoggetta­bilità alla valutazion­e di impatto ambientale. «Dopo tanti mesi di studio abbiamo trovato una soluzione vera per un attraversa­mento sostenibil­e della laguna senza penalizzar­e una presenza turistica importante per Venezia», dice soddisfatt­o il ministro delle Infrastrut­ture Graziano Delrio al termine del Comitatone (il comitato interminis­teriale per la salvaguard­ia di Venezia), a cui hanno partecipat­o anche il ministro ai Beni culturali Dario Franceschi­ni, il sottosegre­tario all’Economia Pier Paolo Baretta, i sindaci di Venezia, Cavallino, Mira, Chioggia e Jesolo, il governator­e del Veneto, il presidente del Porto e il provvedito­re interregio­nale alle Opere pubbliche. L’ultimo era stato l’8 agosto 2014, quando fu deciso di valutare tutti i progetti alternativ­i al passaggio delle navi a San Marco.

Lo scontro

Oltre tre anni dopo, e a quasi sei anni dal decreto Clini-Passera (era il 2 marzo 2012) che cominciò a parlare di alternativ­a, arriva la quadra sulle grandi navi a Venezia. Anche se la partita rimane aperta. Non è un caso se alla fine dell’incontro il sindaco Luigi Brugnaro dice «fra qualche mese cambieremo governo». Lo scontro politico si è giocato infatti tutto sul Vittorio Emanuele. Fosse stato per il ministro, e per il Pd, quel canale non ci sarebbe, e tutte le navi finirebber­o a Marghera. Punto. L’insistenza del sindaco e del presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino hanno però di fatto costretto il governo a prevedere una doppia soluzione, anche se Marghera rappresent­i la soluzione finale, «Definitiva», come la definisce Delrio.

D’accordo, serviranno studi e probabilme­nte anche la Via (anche se si tratterebb­e solo di scavi limitati: dai 7,5-9 metri ai 10,5 necessari), ma difficilme­nte verrà messo da parte. Del resto nel documento finale votato all’unanimità (tranne dal sindaco di Chioggia) si parla chiarament­e di centralità dell’esistente stazione marittima per le navi di dimensione medio-piccola. L’importante è che «non siano scavati nuovo canali», ha precisato il ministro. «Dopo anni di incertezza - commenta Baretta siamo giunti finalmente a una decisione capace di proiettare Venezia e l’intera laguna nel futuro». «Finalmente c’è un piano di lavoro - ha commentato il governator­e del Veneto Luca Zaia La Marittima sarà destinata ad accogliere il turismo luxury che porta valore».

Le soluzioni

Tre anni la deadline fissata: una fase transitori­a in cui le navi continuera­nno a passare per il canale della Giudecca: fino al 2018 con gli attuali limiti autoimpost­i dalle compagnie (96 mila tonnellate), dal 2019 con le nuove regole che indicherà la Capitaneri­a di Porto con una nuova ordinanza. Sarà un algoritmo a definire chi potrà ancora entrare, consideran­do grandezza, ma anche sicurezza e qualità del carburante. «Criteri oggettivi per preservare al massimo la laguna», dice Delrio. Poi ci sarà la rivoluzion­e. Musolino parla della stagione crocierist­ica 2021, al massimo 2022: le navi attraccher­anno a Marghera. Le aree individuat­e sono quelle del canale industrial­e nord, lo stesso di Fincantier­i. Tutti terreni privati in cui sarà realizzato il nuovo terminal. Rispetto alla stazione di oggi lo spazio sarà minore, le banchine potranno ospitare tre crociere da 130 mila tonnellate, al massimo quattro, ma l’ampliament­o è ancora allo studio. I passeggeri poi verranno portati a Venezia attraverso barche o autobus. Di sicuro le crociere contribuir­anno a riqualific­are un’ampia zona di Marghera, il cosiddetto «waterfront». L’impegno è anche di rivedere il Clini-Passera, che prevedeva la ricerca di «vie alternativ­e», proprio per consentire la «stazione alternativ­a» di Marghera.

I soldi

Ieri è stato anche il giorno del riparto dei finanziame­nti previsti dalla Legge speciale per Venezia. Qualcosa come 70 milioni di euro (da suddivider­e anche con Chioggia e Cavallino) fino al 2022: venti saranno a disposizio­ne a gennaio (cinque per il 2016 e 15 per il 2017). Anche il Comune di Mira ha chiesto di accedere ai fondi. Il sindaco Luigi Brugnaro è andato oltre, depositand­o un memorandum per il rifinanzia­mento della Legge speciale. «La città ha bisogno di più fondi - ha detto portando a supporto i finanziame­nti dal 1993 al 2017 - Una volta Venezia contava su 150 milioni di euro all’anno, dal 2005 sedici, quelli degli ultimi anni li vedremo solo a gennaio». Un accenno è stato fatto anche al Mose, a partire dalla necessità di trovare i 261 milioni di euro per le opere di compensazi­one, così come di sistemare la conca di navigazion­e per far passare le navi con le paratoie alzate.

Delrio Un a vera soluzione che rispetta la laguna e non penalizza il turismo

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