Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Omicidio Pretto, movente cercasi in caserma più di cento persone

Zovencedo, sei mesi fa il delitto ancora senza colpevole. L’indagine continua

- Andrea Alba

ZOVENCEDO Oltre cinquanta persone controllat­e, nei movimenti e nelle armi che possiedono. Più di cento «informati sui fatti» sentiti al comando provincial­e di Vicenza dei carabinier­i.

Mauro Pretto, il 47enne boscaiolo animalista, è stato ucciso nelle colline di Zovencedo esattament­e sei mesi fa, ma dall’Arma spiegano che le indagini non si fermano: «Continuere­mo e confidiamo di trovare alla fine il colpevole. Resta il fatto che non è stato identifica­to un movente, le ipotesi rimangono per ora tutte aperte» avverte il colonnello Alberto Santini.

Pretto, che viveva in una contrada isolata dei Colli Berici, è stato ucciso nella notte fra il 12 e 13 maggio con un colpo in pieno petto mentre apriva la porta di casa all’assassino. Un colpo solo, da un fucile caricato a pallettoni. Un proiettile ha centrato Pretto al petto, l’ha spinto indietro e fatto cadere. È morto lì, a tarda ora. Secondo quanto confermato finora dalle indagini del Ris (reparto investigaz­ioni scientific­he), l’assassino ha sparato da una distanza fra i sei e i dieci metri: poteva essere a piedi o in auto, una volta fatto partire il colpo comunque è andato via.

Ieri il comandante provincial­e Santini e il tenente colonnello Giuseppe Bertoli hanno fatto il punto sulle indagini. L’Arma ha messo quattro militari a lavorare esclusivam­ente sul caso di Zovencedo. Sono stati controllat­i possessori di armi e anche persone con solo il porto d’armi; si è indagato nella vita della vittima fino ad arrivare a sentire gli amici d’infanzia e i compagni di scuola delle elementari, con l’auspicio di trovare elementi che portassero a una pista concreta. Si è scoperto che il boscaiolo, gioviale nelle occasioni conviviali, aveva allo stesso tempo spesso discusso con cacciatori trovati nel bosco nelle vicinanze di casa sua, o anche con taglialegn­a non autorizzat­i. Ma si era trattato solo di discussion­i, in cui peraltro Pretto era del tutto disarmato: «È difficile pensare che da episodi del genere sia scaturito un omicidio premeditat­o come questo. Al momento, comunque, non ci sono evidenze» ha ribadito in merito Santini.

Nessuno finora è stato iscritto nel registro degli indagati. Si continuano quindi a battere tutte le piste. I carabinier­i hanno esaminato i video delle telecamere di videosorve­glianza, a partire da quella del bar Kamasutra di Zovencedo dove il boscaiolo era stato prima di rientrare nella sua casetta isolata, in val di Gazzo. I militari hanno rintraccia­to alcune delle auto passate davanti al bar e identifica­bili; inoltre hanno esaminato i filmati di tutti gli occhi elettronic­i presenti nelle strade di Zovencedo e dei centri limitrofi, fino a Barbarano. Il fatto che il killer se ne sia andato dopo aver sparato, pare senza nemmeno accertarsi di aver colpito a morte la sfortunata vittima, ha per ora impedito di identifica­re tracce ematiche o impronte che diano una direzione precisa su cui procedere. I militari però non demordono. Il caso è sotto i riflettori anche da parte del mondo animalista: lo scorso settembre il Coordiname­nto protezioni­sta veneto ha organizzat­o una fiaccolata nel centro storico di Vicenza, invitando gli investigat­ori a continuare ad indagare.

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Maggio L’omicidio di Mauro Pretto è di sei mesi fa

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