Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Dalla Rosa: «Incontrerò il sindaco, nel mio progetto gli altri candidati»
Il vincitore: discontinuità? Siamo tutti della stessa area. E sulle primarie: Non un affare di partito
VICENZA Rimanda al mittente le critiche al sistema «imperfetto» delle primarie («Non è stato affare di partito perché hanno votato oltre seimila persone») e non vuol sentir parlare di discontinuità o di continuità («Sono etichette, ma noi siamo tutti della stessa area politica»). Ma lancia messaggi chiari e, soprattutto, disegna una strategia precisa: «Incontrerò tutti, anche il sindaco (Achille Variati, ndr), con il quale discuterò perché ho grande rispetto del lavoro svolto».
Otello Dalla Rosa (Pd e Vinòva), manager di 49 anni, ha vinto le primarie del centrosinistra di domenica (2738 voti, il 42,88 per cento dei votanti) iniziando la battaglia elettorale più di un anno prima nei quartieri. E ora, in vista di una nuova campagna che lo porterà fino alle elezioni del 2018, riparte con lo stesso metodo: «Ricomincerò dai quartieri, dalle piazze, dalle persone». Dalla Rosa, è d’accordo con la
lettura che il sindaco Variati dà delle primarie, e cioè che sono un «meccanismo imperfetto nel quale vince chi è del partito»?
«No. Innanzitutto perché il partito democratico in città ha circa 350 iscritti e a votare sono andati in oltre seimila, quindi di fronte a un’affluenza del genere non si può sostenere che sono state un affare di partito. Inoltre non condivido la tesi per cui ha vinto chi aveva l’apparato alle spalle, perché se per apparato si intendono esponenti di partito e amministratori vari, ricordo che questi erano quasi tutti a sostegno di Giacomo Possamai».
Variati dice che la discontinuità da lei incarnata in questo voto era più che altro una strategia, considerando il fatto che lei è stato scelto dallo stesso sindaco in passato alla guida di Aim energy srl.
«Non si possono dare etichette come discontinuità o continuità alle persone, perché siamo tutti della stessa area politica. Io non butto via l’esperienza dell’amministrazione Variati, però ho voluto innestare qualcosa di nuovo, un ricambio e in quest’ottica nel mio voto c’è un movimento diverso da quello che ha rappresentato la continuità della Giunta uscente, ovvero Jacopo Bulgarini
d’Elci».
Il sindaco su queste pagine ha auspicato che d’ora in poi si lavori per «l’unità», condivide questa linea?
«Assolutamente sì. Coinvolgerò gli altri candidati nel mio progetto di città, li incontrerò, anche perché la strategia di sostenerci l’un l’altro era nel patto delle primarie».
Come intende coinvolgerli in concreto?
«Posso dire che le Giunte si fanno solo dopo aver vinto le elezioni e dunque al momento non si parla di posti. In questa fase ragioneremo di temi, questioni, progetti e programmi
e io intendo farlo con la massima apertura, tenendo conto però che una nostra visione è stata espressa dal voto». Incontrerà anche il sindaco Variati?
«Sicuramente mi incontrerò con lui e ci parlerò perché ho grande rispetto di ciò che Variati ha fatto finora».
Uno dei primi temi all’ordine del giorno sarà il fondo immobiliare, ovvero l’operazione da 70 milioni di euro per il centro storico. Cosa intende fare?
«Ho sempre detto che ne parlerò con lui e poi esprimerò di nuovo la mia posizione. Credo che lo strumento abbia una sua validità ma sulle scelte di destinazione degli immobili va fatta una valutazione un po’ più ampia. In ogni caso però deciderà il sindaco».
Variati ha detto che i finanziamenti rischiano di svanire se si attende troppo. È disposto a correre questo rischio se alcuni aspetti del progetto non le piacciono?
«Non spetta a me dirlo. Io ho espresso una mia posizione, questa domanda va fatta alla Giunta che è pienamente legittimata a decidere».
Cosa ne pensa dei retroscena emersi in questi giorni secondo cui il sindaco avrebbe provato, in piena campagna elettorale, a riunire Bulgarini e Possamai in un ticket per far vincere il giovane del Pd?
«Credevo fossero solo chiacchiere, e invece no. Mi stupisce molto, non me l’aspettavo dal sindaco, ma ognuno è libero di fare ciò che crede e io ho sempre fatto la mia strada».
Non butto l’esperienza Variati ma ho innestato qualcosa di nuovo