Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Tesori nascosti: c’è una ghiacciaia sotto il tempietto di Parco Querini
VICENZA Una cantina antica. Una ghiacciaia con locali alti fino a nove metri, larghi sei, accessibile da un fianco della collina e pure da una botola posta sulla sommità. Il tempietto di Antonio Piovene, simbolo indistinguibile di parco Querini, nasconde dei locali inesplorati.
In questi giorni ci stanno entrando per la prima volta gli esperti del gruppo speleologico vicentino «Proteo», che con l’associazione «Civiltà del Verde» hanno collaborato al progetto del Comune di sistemazione della base della collinetta che sorregge il tempio, danneggiata nel tempo anche a causa dell’opera di animali come nutrie, tartarughe, conigli. I lavori sono alle battute finali, hanno comportato una spesa di 100 mila euro e hanno dovuto attendere lo spostamento della maggior parte degli animali presenti in quell’area.
A giugno è partito il cantiere per posare una nuova serie di pali a sostegno della collina, oltre a una rete anti-erosione e opere a verde per il decoro della zona. Ma durante quei lavori si è guardato anche all’interno della collina «per verificarne lo stato dell’arte e la funzionalità dei locali ex-ghiacciaia» dichiarano dal Comune.
Le aree risalgono al 1820, quando lo stesso tempio con colonne ioniche e cupola al centro del parco fu disegnato da Antonio Piovene. Sotto al tempio venne creata un’area-ghiacciaia, dove si posizionava ghiaccio utile alla conservazione dei cibi. L’ingresso in quegli spazi, realizzato dagli speleologi vicentini, è stato una vera e propria scoperta: «I locali sono molto belli - afferma la presidente di Civiltà del Verde, Romana Caoduro - e in ottimo stato di conservazione». La ghiacciaia prevedeva, in origine, una doppia entrata: una porta esterna conduceva attraverso un corridoio e fino a un’altra porta interna, in modo da evitare l’ingresso di aria calda. Ad oggi il tempietto è inaccessibile se non con visite guidate ma la prospettiva turistica, per il futuro, guarda anche a quei locali: «Dobbiamo valutare se e come poter rendere visitabili questi spazi afferma Balbi - ma in ogni caso servirà uno stretto ragionamento con la Soprintendenza delle Belle arti, con la quale abbiamo lavorato anche per il progetto di sistemazione della collinetta». (g.m.c.)