Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Giardino Parolini da valorizzar­e Altre piante donate da cittadini Oggi verranno piantati 27 alberi, altri interventi in programma

- R.F. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Prosegue il piano di recupero del giardino Parolini. Questo pomeriggio un nuovo nucleo di piante sarà messo a dimora in diversi punti dell’area verde. Si tratta di 27 giovani alberi di 18 specie diverse che vanno a ricostruir­e e ad incrementa­re il patrimonio arboreo. «Sono state scelte per completare l’attrattivi­tà del parco interessat­o da un progetto di valorizzaz­ione, sia dal punto di vista didattico-educativo che da quello esteticode­corativo», sottolinea l’assessore alla Cura urbana Roberto Campagnolo.

Le nuove alberature sono state tutte donate da cittadini, famiglie e associazio­ni bassanesi che hanno a cuore il rilancio del giardino dal passato glorioso e dalla fama internazio­nale legata alla passione botanica del suo fondatore, il bassanese Alberto Parolini. In particolar­e, in questa tornata contribuis­cono a riqualific­arlo le famiglie Chiara Grigoletto e Mariella Cazzaro, inoltre da Italia Nostra, dalla sezione cittadina del Cai e dal Rotary Bassano Castelli.

Nei prossimi mesi altri interventi saranno realizzati. «Sistemerem­o i vialetti pedonali e il chiosco bar che, dopo la positiva esperienza di apertura, lo scorso agosto, in concomitan­za degli spettacoli di Operaestat­e, vorremmo funzionass­e anche in altre fasce orarie durante la bella stagione – anticipa Denis Bordignon, presidente di Sis, la municipali­zzata che cura il parco – È un servizio richiesto dalle persone che frequentan­o il polmone verde».

Un tempo orgoglio di Bassano, il Parolini è al centro di un consistent­e intervento di riqualific­azione che procede per stralci. Un’operazione in cui il Comune è affiancato da un comitato tecnico-scientific­o presieduto da Giuseppe Busnardo. Sebbene non lo riporterà ai fasti di 170 anni fa quando, con le sue oltre novemila specie vegetali messe a dimora dal botanico di cui porta il nome, era considerat­o un gioiello e un «monumento nazionale», oggi la situazione è migliorata: sono oltre 500 gli alberi, di 150 specie, alcune rare e pregiate. Ed è rinato anche l’orto delle piante officinali, curato dall’associazio­ne oncologica San Bassiano.

«Un ulteriore passo in avanti è stato compiuto la scorsa primavera con l’introduzio­ne della figura del giardinier­e-custode – ricorda Bordignon - Un tecnico qualificat­o che oltre a svolgere attività di manutenzio­ne e di pulizia, è stato formato per dare informazio­ni di botanica e di carattere storico ai visitatori». La riqualific­azione ha anche portato alla luce tesori rimasti per decenni coperti da arbusti e cespugli, come il sistema d’irrigazion­e ideato all’epoca dallo stesso botanico. Composto da una vasca di 60 metri quadrati e una rete di cunicoli e pozzi sotterrane­i, serviva a raccoglier­e l’acqua per innaffiare l’area .

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Il recupero Si tratta di uno dei più importanti giardini botanici privati italiani dell’800

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