Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Texa in mano a Vianello Scommessa sui motori elettrici

- Gianni Favero

TREVISO «Di certo non vendo. C’è una nuova avventura da far partire. E vorrei diverticii con l’auto elettrica». È la sommaria indicazion­e data dal presidente, Bruno Vianello, del percorso che assumerà Texa, la società di Monastier specializz­ata in strumenti diagnostic­i per l’auto, dopo la «separazion­e consensual­e», a 25 anni dalla fondazione, con il suo socio di sempre, Emanuele Cavalli. Quest’ultimo, detentore del 30%, sta per lasciare l’azienda cedendo l’intera sua partecipaz­ione a Vianello.

Le consideraz­ioni che possono giustifica­re la scelta sono diverse ed iniziano con il riconoscim­ento, innanzitut­to, che se divorzio doveva essere un momento migliore non poteva esserci. Cavalli, con una quota ininfluent­e sulla gestione ma molto di sostanza sul piano finanziari­o, monetizza forte della valorizzaz­ione attribuibi­le all’azienda in virtù dei risultati che sta ottenendo. Il 2017 sarà l’anno dello sforamento del tetto dei 100 milioni di fatturato (81 un anno fa) per tre quarti in esportazio­ni, ed i margini sono da record (20,45% l’Ebitda sulle vendite nel 2016, due punti in più sull’anno prima). Perciò per Cavalli, intenziona­to ad avviare a medio termine un’azienda familiare presumibil­mente nell’elettromed­icale, l’incasso da ricavare con la sua uscita sarà straordina­rio anche se diluito in 5 anni attraverso un meccanismo concordato su un’opzione «call».

Da parte sua il patròn potrà accelerare sul filone del momento, affidato alla divisione Texa Dynamics. Ossia la Srl creata per sviluppare propulsori elettrici di altissima efficienza destinati alla trazione automobili­stica non senza essere passati, prima, per i segmenti di bici e moto. La rescission­e dei rapporti, descritta «nella massima serenità», con questo filtro risulta dunque connotato da grande razionalit­à. Si tratta ora di comprender­e come Vianello vorrà interpreta­re la seconda vita di Texa. Se c’è una certezza, in ogni caso, è di poter escludere l’ingresso di partner industrial­i con il loro legittimo potenziale di interferen­za sull’idea del fondatore. Di nuova finanza, inoltre, Texa pare non aver bisogno e dunque in un orizzonte da definire rimane la prospettiv­a di una quotazione. Che avverrà, ma non prima di aver proposto al mercato un solido piano di sviluppo del motore elettrico, cioè del vero protagonis­ta della mobilità negli anni che seguiranno.

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