Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Cellulari e droga al San Pio X L’agente arrestato: «Bugie»
L’accusa è pensante: «Mille euro per portare i telefoni in cella»
Secondo la procura l’agente di polizia penitenziaria Simone Notarianni si sarebbe fatto pagare mille euro, a fronte di un accordo di tremila, per consegnare tre cellulari, 20 grammi di hashish e 5 di marijuana a un detenuto del carcere. E il suo compenso lo avrebbe ritirato in un bar poco distante dal San Pio X: a lasciarglieli sarebbe stata la compagna del detenuto Mattia Iovine, responsabile del «market illegale» che si era creato a partire da fine 2015 in carcere a Vicenza.
«Non è vero nulla, queste accuse mi hanno stupito, sono solo bugie», avrebbe riferito l’agente di polizia penitenziaria che lunedì è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare con la quale è stato ristretto ai domiciliari, in provincia di Catanzaro, a casa dei suoi genitori. Ieri gli è stata notificata anche la sospensione dal lavoro. Oggi il 43enne, difeso dall’avvocato Matteo De Meo, comparirà davanti al giudice di Lamezia, per essere interrogato, ma non è dato sapere se avrà voglia di chiarire la sua non facile posizione, accusato di corruzione e di cessione di droga, o si trincererà dietro il silenzio. A quanto risulta era già finito nei guai, nel 2012, per un traffico di telefoni, ma allora il procedimento a suo carico era stato archiviato. Sempre oggi toccherà anche al napoletano Iovine presentarsi davanti al giudice, per essere interrogato, ma ci sono già i messaggi che si scambiava con la fidanzata, quelli intercettati dalla polizia, a parlare per lui: «Ho sempre fatto questo, è la mia vita, sono forte in quello che faccio». L’arresto gli è stato notificato in carcere e nel frattempo è stato trasferito dalla casa circondariale di Vicenza a Rovigo. A quanto pare il business che aveva creato era importante e avrebbe rifornito i detenuti di cellulari, accessori e droga a costi esorbitanti, in cambio di spese, vestiti firmati e sigarette. A quanto è emerso dalle indagini della squadra mobile della questura – coordinata dal sostituto procuratore Claudia Brunino - il napoletano avrebbe venduto droga anche ad uno degli immigrati già condannato per l’omicidio avvenuto a Campo Marzo l’8 settembre 2012. E tra i carcerati che avrebbero avuto contatti «di lavoro» con Iovine ci sarebbe stato anche l’ex fidanzato della sua attuale compagna, Barbara Schiesari, di Rovigo, raggiunta a sua volta da una misura restrittiva e cioè dall’obbligo di firma.