Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pestata dal marito islamico perché non porta il velo

Lo denuncia: «Voglio fare la mamma italiana»

- Centin

Un matrimonio che era stato combinato dalle famiglie. Un’unione che per lei, 34 anni, siriana, si è trasformat­a in un inferno. Il marito, islamico, le aveva imposto di indossare il velo islamico, e di non uscire fuori di casa senza di lui. Nemmeno se doveva andare a portare il piccolo dal pediatra, tantomeno a fare la spesa. Di fronte ai suoi rifiuti, l’uomo l’ha picchiata. Fino a quando lei ha deciso di denunciarl­o in questura. «Io volevo solo fare la mamma italiana» ha raccontato.

Quell’uomo più grande di lei di diciotto anni che aveva raggiunto in Italia e sposato con un matrimonio combinato (al telefono) le aveva subito fatto capire che lei non aveva alcun margine di decisione. Che doveva indossare il velo islamico senza obiettare, e che non poteva mettere il naso fuori casa senza di lui.

Nemmeno se doveva andare a portare il piccolo dal pediatra, tantomeno a fare la spesa. Guardarlo dritto negli occhi poi non era previsto. E se solo lei si azzardava a non obbedirgli scattava la violenza: schiaffi e botte da gonfiarle il viso e lasciarle i segni. E accadeva anche davanti al figliolett­o. Un inferno, per la siriana costretta a coprirsi capo e fronte con il chador, durato cinque anni, fin dall’inizio della convivenza con quel musulmano praticante che non conosceva e che con il tempo è diventato il suo più grande incubo. Lei che era scappata da un Paese martoriato dalla guerra e sperava di trovare solo serenità in Italia. La fine delle umiliazion­i, dei soprusi e delle violenze domestiche è arrivata solo ieri, quando i poliziotti della questura hanno notificato al 52enne residente a Vicenza l’allontanam­ento dalla casa famigliare e il divieto di avvicinars­i alla compagna e al figlio di 5 anni. Provvedime­nti, questi, firmati dal giudice Cristina Arban. E scattati dopo che la siriana aveva trovato il coraggio di denunciare il connaziona­le. È accaduto questa estate, dopo l’ennesimo pestaggio. La 34enne, disperata, ha chiesto aiuto al centro antiviolen­za del Comune, poi si è rivolta alla questura, presentand­o tanto di certificat­i medici che attestavan­o le violenze subite, formalizza­ndo a distanza di pochi giorni una dall’altra due denunce per maltrattam­enti contro il padre di suo figlio.

«In Siria è così che siamo abituati ma in Italia la vita è diversa: volevo solo fare quello che normalment­e fa una mamma» aveva raccontato in lacrime la donna. La procura di Vicenza, valutata la situazione, ha chiesto e ottenuto l’emissione delle misure nei confronti dello straniero, ora indagato. Ieri c’è stata la notifica da parte della polizia: la luce in fondo al tunnel per la donna, che nel frattempo è stata trasferita in un una struttura protetta assieme al piccolo. Lì dove ha potuto togliersi finalmente il velo islamico che le era stato imposto.

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Cinque anni Tanto è durato il calvario della 34enne siriana, costretta a continue umiliazion­i da parte del marito

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