Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’Usl Pedemontan­a e il 2018: salvaguard­are i due ospedali Intanto calano le liste d’attesa

Bilancio per Bassano e Santorso. In arrivo nuove medicine di gruppo

- Raffaella Forin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quasi dimezzati i tempi d’attesa per le prestazion­i sanitarie, aumentata la disponibil­ità di posti letto nelle strutture ospedalier­e di comunità, nuove unità territoria­li di medicina integrata. Sono alcuni dei risultati portati a casa nel corso del 2017 dall’azienda sanitaria 7 della Pedemontan­a, nata un anno fa dalla fusione delle ex 3 (Bassanese-Altopiano) e 4 (Alto Vicentino).

In attesa di avere sottomano il futuro assetto dei servizi e le nuove schede ospedalier­e per la definizion­e di reparti, primariati, posti letto, compito che spetta alla Regione, i vertici dell’Usl 7 tracciano un bilancio dell’attività svolta in quello che è stato un «anno difficile».

Il direttore generale Giorgio Roberti ha ricordato gli obiettivi raggiunti, primo fra tutti la riduzione dei tempi di attesa per le prestazion­i ambulatori­ali del Bassanese dove «c’erano situazioni di criticità». «Abbiamo riportato ai livelli stabiliti dalla Regione quelle classifica­te come differite e programmab­ili – ha spiegato – passate rispettiva­mente da 60 a 30 giorni e da 180 a 90 giorni». Buone notizie anche sul fronte della medicina di gruppo, che sul Bassanese aprirà pure a Rossano e Marostica. E sempre nella città degli scacchi, nell’ospedale di comunità per pazienti che hanno superato la fase acuta, ma che non possono ancora tornare a casa, i posti letto sono aumentati da 12 a 20. Nello stesso complesso, altri 20 posti sono previsti per i pazienti in fase riabilitat­iva. «Il prossimo anno toccherà ad Asiago che avrà 6 posti letto per i non acuti – ha aggiunto il direttore generale – mentre nell’Alto Vicentino da 18 passeranno a 22 e all’interno del nosocomio di Santorso contiamo di ricavare un’ala a tale scopo».

Il direttore sanitario dell’Usl 7, Bortolo Simoni, sottolinea: «L’obiettivo futuro è di spingere sull’integrazio­ne fra gli ospedali adottando le stesse procedure non solo di tipo amministra­tivo, ma anche di carattere sanitario e assistenzi­ale di fatto già quelli di Bassano, Santorso e Asiago seguono i medesimi stessi protocolli per la cura dei tumori alla prostata, alla mammella». Molto dipenderà dalla Regione che nel 2018 dovrà prendere importanti decisioni rispetto ai futuri assetti interni dell’Usl 7, relativame­nte al piano socio-sanitario e alle nuove schede ospedalier­e . «La razionaliz­zazione terrà conto degli standard e dei parametri, ma analizzere­mo tutti i servizi offerti, la loro qualità, le strutture, le profession­alità presenti con l’obiettivo di garantire risposte efficienti all’utenza – ha sottolinea­to il consiglier­e regionale Nicola Finco (Lega) – Stiamo parlando di una realtà particolar­e dove i territori delle due ex aziende faticano ad integrarsi. Mi auguro che le due aree riescano a collaborar­e e soprattutt­o a creare sinergie. Quella dell’Alto Vicentino mi pare più coesa e compatta, mentre in quella dell’ex 3 ci sono ancora dei campanilis­mi da superare». Una visione sulla quale concorda il collega Marino Finozzi. «L’azienda della Pedemontan­a è particolar­e non essendovi un capoluogo di provincia che fa da punto di riferiment­o: esiste un certo antagonism­o tra ospedali, peraltro eccellenti, che servono all’incirca lo stesso numero di abitanti, erogano servizi simili – è il suo commento – La Regione spinge per favorire l’integrazio­ne, che speriamo si realizzi nel 2018».

Dal canto suo, il direttore generale ha rilevato che al momento nessun servizio è stato soppresso sia nella ex Usl bassanese che in quella dell’Alto vicentino.

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Numeri e obiettivi Dirigenti Usl e politici regionali

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