Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Arrestata in centro donna già espulsa De Leo: non date lavoro ai clandestini
Era stata espulsa dall’Italia solo a giugno con un decreto firmato dal prefetto di Bologna. Giovedì la donna di 59 anni con passaporto ucraino, Liubou Chornyshchuk il nome, era di nuovo in Italia, a Bassano, in stazione: un reingresso da clandestina che le è costato l’arresto. Un provvedimento, questo, scattato nell’ambito dei controlli di sicurezza voluti dalla questura e messi in atto dagli agenti del commissariato di polizia in collaborazione con la polizia locale alla stazione degli autobus e dei treni e in centro storico.
Trentasei le persone identificate e controllate tra giovedì mattina e pomeriggio, gran parte delle quali con pregiudizi. Il caso della straniera che, pur essendo stata espulsa è rientrata in Italia forse passando per la Polonia, ha portato la polizia a fare ulteriori accertamenti, nei confronti di chi la stava ospitando - probabilmente per lavoro - a Romano d’Ezzelino. E che ora rischia a sua volta. «Non dobbiamo dare lavoro a clandestini, per lo più lavoro in nero: si possono avere responsabilità di carattere amministrativo ma anche penale, per favoreggiamento all’immigrazione clandestina» fa sapere il dirigente del commissariato cittadino, il vicequestore David De Leo.
Quello dell’ucraina potrebbe non essere un caso isolato: non mancano infatti badanti e addette alle pulizie straniere che lavorano senza alcun tipo di inquadramento per alcune famiglie. E tra queste si sono verificati anche furti, senza effrazioni o scasso. Di qui il monito del vicequestore De Leo: «Bisogna stare attenti a chi frequenta le nostre abitazione – spiega - . Quando ospitiamo in casa nostra dei cittadini extracomunitari di cui a volte non sappiamo nemmeno le generalità per molti giorni e poi spariscono all’improvviso con i nostri beni e averi, allora diventa difficile arginare il fenomeno dei furti in abitazione».
Comparsa ieri mattina con l’avvocato Lucia Maron davanti al giudice di Vicenza Deborah De Stefano per il processo con rito direttissimo, l’arrestata ha patteggiato il minimo della pena, ovvero cinque mesi e dieci giorni di reclusione, con la remissione in libertà. La 59enne ha spiegato di essersi presentata spontaneamente alla polizia per problemi familiari, credendo di aver risolto la questione al tempo con una multa.