Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Non supera la morte della madre uno studente si toglie la vita
Aveva 23 anni, è scomparso il giorno di San Silvestro. Ieri lo hanno trovato morto
Morire a ventitrè anni, la sera dell’ultimo BASSANO dell’anno. Quando il resto del mondo festeggia e alza calici inneggiando alla vita. Quando gli amici lo aspettavano per brindare tutti assieme al 2018. Una scelta.
Una scelta forse anche quella della data, il 31 dicembre: la fine di un anno da archiviare, ma nessun nuovo inizio da salutare, nessuna volontà e forza di ripartire, di riprendere in mano le redini della propria esistenza, già martoriata dalla recente scomparsa dell’amata mamma. Solo la voglia, la determinazione di sbattere la porta in faccia alla vita, di chiudere per sempre la partita. Lasciando poche righe di saluti e spiegazioni a chi rimane, a chi d’ora in avanti sarà costretto a convivere con un dolore logorante. Ogni giorno.
Aveva solo ventitrè anni lo studente universitario residente nel Marosticense che nel tardo pomeriggio di ieri è stato trovato morto a Bassano del Grappa, all’interno della sua auto, poco distante dall’ospedale, dove i vigili del fuoco, impegnati nelle ricerche con i carabinieri, avevano allestito una sala operativa mobile. Per l’emergenza erano stati attivati anche gli esperti Tas (topografia applicata al soccorso) dei vigili del fuoco e i volontari della protezione civile. E la zona da battere non era stata scelta a caso: è lì che il cellulare del ragazzo aveva agganciato per l’ultima volta le celle telefoniche. E lì doveva essere.
Ad attivare i soccorsi il padre del giovane, che dalla sera precedente non riusciva a mettersi in contatto con il figlio e che, col passare delle ore, si era fatto prendere da un terribile presentimento. Era angosciato dall’idea che potesse essergli successo qualcosa e aveva chiesto aiuto ai carabinieri di Marostica, denunciando la scomparsa del suo ragazzo.
Il figlio domenica pomeriggio, giorno di San Silvestro, lo aveva salutato dicendo che avrebbe festeggiato il Capodanno con gli amici. Ma non si è mai presentato all’appuntamento in piazza. Il giovane, da quanto è stato possibile ricostruire, ha raggiunto Bassano con l’auto e ha parcheggiato in una stradina poco frequentata, fermandosi in un punto dove la vettura risultava poco visibile, in parte coperta dalla vegetazione. E lì, una volta solo, al buio, si è tolto il respiro. Chissà per quanto sarà rimasto chiuso nell’abitacolo a pensare, a riflettere, a piangere. Chissà se avrà avuto dei ripensamenti, la voglia di scappare da lì. Ma alla fine ha avuto il sopravvento la non vita.
Chi conosceva il ragazzo lo ricorda come un ragazzo molto dolce, gentile e generoso, ma anche e riservato; un giovane di grande cultura, uno studente universitario molto diligente e appassionato d’arte, quella che, scriveva nella sua pagina Facebook, lo aveva aiutato «ad andare avanti, a superare un paio di lutti». Prima tra tutti quello della perdita dell’amata madre, un paio di anni fa: una prova molto dura per lui che, a sentire i familiari, lo aveva segnato e non poco. Tanto che già in un’altra occasione l’universitario avrebbe tentato di farla finita.
Forse però c’era anche dell’altro che lo tormentava e che non gli ha permesso di vedere un futuro, di guardare oltre. Ha affidato i suoi ultimi pensieri, le sue ultime parole ad una lettera che i carabinieri hanno rinvenuto vicino al suo corpo, all’interno dell’auto.
A scorgere la vettura, poco prima, e a segnalarla ai militari del capitano Adriano Fabio Castellari, i volontari della protezione civile Anc di Bassano e Marostica. Poi ci hanno pensato i vigili del fuoco di Bassano ad aprire la vettura, che era chiusa dall’interno. E fino all’ultimo i soccorritori hanno sperato di trovare ancora in vita il giovane, quel ragazzo che avrebbe potuto essere il figlio di alcuni di loro.
L’ultimo saluto Il giovane studiava all’università, era appassionato d’arte. Aveva detto al padre che avrebbe passato l’ultima sera dell’anno con gli amici