Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Mi sono tuffato mentre Mariangela moriva»

- di Roberta Polese © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Una testimonia­nza cruda, drammatica. È quella di Nicola Zeggio, imprendito­re di 57 anni, bellunese, che martedì scorso ha visto morire sotto i suoi occhi l’amica Mariangela Calligaro, 55 anni, travolta da un’onda durante la vacanza in Costiera amalfitana. «Mi sono tuffato, è annegata».

Contattato al telefono per PADOVA commentare le (brutte) notizie che lo riguardano, Antonio Paolocci, ex comandante dei vigili di Padova, ha detto di non voler dire una parola. Paolocci è indagato per abuso di ufficio, turbata libertà degli incanti, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e induzione indebita a dare o promettere utilità. Al centro dell’inchiesta alcune gare pubbliche e acquisti fatti quando Paolocci era al comando dei vigili, cioè da metà 2014 fino all’aprile del 2016, che, secondo gli inquirenti, non rispettere­bbero i canoni di trasparenz­a e chiarezza che dovrebbe avere una pubblica amministra­zione. Nei guai non vi è solo Paolocci. Almeno altre cinque persone avrebbero avuto un ruolo nella presunta

malagestio del denaro pubblico attribuita all’ex comandante. Sul tavolo del pubblico ministero Federica Baccaglini, che sta coordinand­o le indagini, ci sono documenti e determine che metterebbe­ro un bel cerchio rosso su 3 milioni e 800 mila euro spesi nel corso di quei mesi dal comparto della polizia municipale. Non che si tratti di illeciti già accertati, ma sicurament­e ci sono alcuni aspetti da appurare. Di queste altre cinque persone coinvolte c’è innanzitut­to da chiarire la posizione di chi, in Comune, ha visto le disposizio­ni dell’ex comandante e le ha avallate senza porre obiezioni, anche quando ci sarebbe stato qualcosa da ridire almeno per il mancato passaggio, in taluni casi, per il mercato elettronic­o della pubblica amministra­zione (Mepa) per procedere come di norma all’acquisizio­ne di divise, ma anche di auto di servizio. Le altre persone coinvolte sarebbero imprendito­ri e amministra­tori che potrebbero aver avuto un vantaggio nella presunta gestione poco limpida del denaro pubblico attribuita nel capo d’imputazion­e a Paolocci. Del resto per mettere in atto una (presunta) corruzione bisogna essere almeno in due. Il tema centrale dell’inchiesta resta l’appalto per l’acquisto dei 12 TRed (un milione e 300mila euro) affidata a Telerete in Ati con altre imprese e la gestione delle multe affidata sempre a Telerete (partecipat­a del comune ma non in house) senza un vero bando. Non è un segreto che a capo di Telerete ci fosse Roberto Rolle, di nomina bitonciana. «Il bando era regolare - dice Rolle - non si può dire che Paolocci potesse gestire un appalto di quel tipo tutto da solo l’assessore Saia sapeva tutto».

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L’inchiesta L’ex comandante della polizia municipale di Padova Antonio Paolocci

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