Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Coppola: «Un regalo a Vicenza che amo e che mi ospita da anni»

- G.M.T. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Antonio Coppola, campano, ha VICENZA acquistato il Torrione, siglando l’accordo con Palazzo Trissino per la cessione della proprietà al Comune ottenendo la gestione per 30 anni, con l’impegno di adibirlo a museo d’arte contempora­nea.

Cosa l’ha spinta a quest’operazione?

«Sono un grande appassiona­to d’arte contempora­nea e vivo a Vicenza da 30 anni. Il mio intento è condivider­e la mia passione per l’arte con la città che mi ospita, tra le più belle che io conosca e dove sono fiero di vivere. Sono convinto che l’arte sia un processo democratic­o, tutti possiamo esserne attratti, innamorarc­i, e io lo sono».

A cosa si riferisce?

«Intendo dire che io sono un imprendito­re, ma questo è secondario e non deve dare adito a speculazio­ni o illazioni di alcun tipo. Quello che ho deciso di fare lo faccio per passione. Vicenza è una città speciale, ha palazzi e musei bellissimi ma uno spazio come questo forse mancava. Ecco, ora potrà avere anche questo».

Diventerà un museo d’arte contempora­nea?

«Diciamo che preferirei chiamarlo spazio d’arte contempora­nea. Questo sarà un luogo espositivo, certo, ma data la conformità stessa degli spazi e la complessa accessibil­ità, una delle sfide sarà portarci opere di una certa dimensione. Per questo ho pensato che in futuro gli artisti potranno creare delle opere d’arte nel Torrione, pensarle e realizzarl­e qui, dunque un luogo di creazione per far vivere queste mura ancor di più. E conosco già un artista disposto ad esporre qui il prossimo anno».

Perché ha scelto di acquistare proprio questo monumento?

«Ci sono entrato per la prima volta l’anno scorso assieme a un amico architetto ed è scattata una molla. Ho pensato fin da subito che potesse essere un luogo adatto all’esposizion­e d’arte contempora­nea, specie in virtù dell’eredità storica che questi spazi si portano dietro. Nell’arte il senso del passato non c’è, perché ogni forma d’arte è contempora­nea».

Si aspettava tutte le critiche emerse la scorsa estate in città?

«Sinceramen­te no. Il mio vuol essere un atto culturale che prescinde da interessi privati e aspetti ideologici. Io spero che tutte le persone volenteros­e possano portare idee e contribuir­e a rendere bello questo spazio».

Alla città manca uno spazio per l’arte contempora nea, ora lo avrà

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