L’incendio scaturito dalla presa elettrica La vittima avrebbe tentato di spegnerlo

Un cortocircuito partito da una multipresa BASSANO con apparecchi di amperaggi diversi. Una «ciabatta» che si trovava vicino ad una libreria, nello studiolo di casa.

Carta che è bruciata nel giro di poco. Dagli accertamenti effettuati ieri dagli esperti dei vigili del fuoco e dai carabinieri sembra non ci siano dubbi sulle cause dell’incendio che martedì pomeriggio ha devastato l’appartamento all’ultimo piano di un condominio di largo Parolini e fatto morire asfissiato uno degli occupanti, il 62enne Alessandro Romanin, il figlio di una coppia di anziani che sono invece sopravvissuti alla grave intossicazione. La vittima è stata rinvenuta dai vigili del fuoco vicino alla stanza in cui si è innescato il rogo, sul corridoio adiacente: secondo le prime ipotesi avrebbe tentato di spegnere le fiamme, respirando il fumo intenso. Che non gli ha dato scampo. I vigili del fuoco, setacciato l’appartamento in cui la visibilità era ridotta e individuato il disoccupato, lo hanno portato di peso all’esterno, dove il personale paramedico del Suem ha tentato disperatamente di far tornare a battere il suo cuore. Manovre che purtroppo si sono rivelate inutili per il 62enne con un passato burrascoso, arrestato e condannato nel 2004 perché maltrattava i genitori. Questi ultimi, Ferdinando e Maria Romanin, di 102 e 94 anni, si trovano ancora in ospedale, nel reparto di geriatria. «Ero in salotto con mio figlio quando abbiamo avvertito lo scoppio improvviso provenire dallo studio – ha spiegato l’anziano padrone dell’appartamento, sulla cui porta ci sono i sigilli – poi c’è stato un fuggi fuggi generale, io sono scappato nel terrazzo, mia moglie in camera». L’anziano era infatti intrappolato nel terrazzo ed è stato il primo ad essere tratto in salvo dai pompieri, poi la moglie, recuperata grazie all’autoscala.

Le fiamme Il rogo sarebbe partito da una multipresa accanto alla sala, scatenato da un cortocircuito