Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Emergenza pagamenti Le banche non scontano la fattura «pubblica»
Tempi ancora lunghi (meno in Veneto) se salda la PA
Zabeo (Cgia) Molti enti pagano ancora fuori dal sistema elettronico Salmistrari (Ance) Ritardano soprattutto la Regione e le aziende sanitarie
hanno l’obbligo di emettere la fattura elettronica, altrimenti non possono essere liquidate».
Alessandro Conte, presidente della Cna del Veneto, riconosce che negli ultimi tempi le attese per il pagamento si sono accorciate, nonostante i ritardi tornino a essere pesanti soprattutto verso la fine dell’anno, quando i vincoli del pareggio di bilancio (il vecchio Patto di stabilità) inducono le amministrazioni pubbliche a rinviare il saldo delle fatture all’esercizio successivo. «I Comuni sono gli enti con i quali il rapporto è comunque più positivo, c’è maggiore rispetto verso i fornitori – aggiunge Conte – anche se noi insistiamo nel sottolineare come sia necessario procedere a fusioni e accorpamenti delle municipalità più piccole, che spesso non sono più in grado di gestire anche le operazioni più semplici, inducendo perciò ritardi dovuti a inefficienze».
Sul fatto che un po’ il quadro sia migliorato concorda anche Giovanni Salmistrari, presidente dell’Associazione dei costruttori edili (Ance) del Veneto, nonostante restino le lungaggini «di alcune stazioni appaltanti, prima fra tutte la Regione e soprattutto in campo sanitario». Sebbene il problema vero sembri essere non tanto il ritardo in sé: «Trenta, 60 o 90 giorni non muore nessuno. Ma l’incertezza del pagamento è talmente cronica che ormai persino le banche non accettano di scontare le fatture delle amministrazioni pubbliche, perché non c’è la data del saldo. Così rimane indeterminata, il committente traccheggia e per la banca diventa inaffidabile».