Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Parlamenta­ri Pd, bagno di sangue: 2 su 3 rischiano di restare a casa

- Di Marco Bonet

Le elezioni del 4 marzo si annunciano come un bagno di sangue in Veneto per il Pd. I parlamenta­ri uscenti sono 26. Quelli sicuri della rielezione 7, al più 8. Tutti gli altri dovranno giocarsela nel proporzion­ale, è sarà dura. Quasi impossibil­e nei collegi uninominal­i, dove gli stessi dem confermano che il centrodest­ra si avvia a fare cappotto, 28 su 28. Dal Minniti ai «renzianiss­imi», da Baretta a Variati passando per la minoranza, ecco chi corre.

Al clima euforico del centrodest­ra, già VENEZIA al lavoro chino sulla calcolatri­ce, fa da contraltar­e in questi giorni quello da tregenda del Pd, dove grazie al Rosatellum, legge elettorale che porta il nome del capogruppo del Pd e che dal Pd è stata fortemente voluta, scritta e votata, è atteso in Veneto un bagno di sangue.

La prospettiv­a indicata dal sondaggio riservato di Forza Italia raccontato martedì dal Cor

riere del Veneto (28 collegi uninominal­i su 28 appannaggi­o di Lega, Forza Italia e alleati) viene confermata dai dem che ammettono sconsolati di avere qualche flebile chance soltanto a Rovigo e Venezia. Ne consegue che gli unici posti certi-matematici sono quelli da capolista nei sette listini del proporzion­ale, a cui se ne aggiungere­bbe un ottavo col secondo classifica­to alla Camera a Verona. Tutti gli altri ballano e con loro gli aspiranti parlamenta­ri, che sono tantissimi: basti pensare che grazie al maxi premio del Porcellum nel 2013 il Pd elesse qui 26 tra senatori e deputati. Se i numeri dei sondaggi dovessero essere confermati, il 4 marzo due su tre resterebbe­ro a casa.

Premessa doverosa prima di procedere con i nomi: tutto si deciderà a Roma, il partito locale sta assistendo impotente al sudoku in atto al Nazareno. Altra postilla: le suggestive voci circolate nei giorni scorsi sulla possibile candidatur­a della campioness­a paralimpic­a trevigiana Bebe Vio, che ha colto di sorpresa qualche

dem, sono totalmente destituite di fondamento visto che Bebe (il cui rapporto diretto e confidenzi­ale con Renzi è notorio dai tempi del viaggio negli Usa) ha 20 anni e per candidarsi alla Camera ne servono 25. L’aneddoto dà però l’idea dell’agitazione che regna in casa Pd.

Da Roma rimbalza la notizia della possibile candidatur­a del ministro dell’Interno Marco Minniti, che troverebbe nel proporzion­ale in Veneto una rete di salvataggi­o nel caso in cui non riuscisse a vincere il duello uninominal­e nella sua Calabria. Minniti viene considerat­o il dirigente nazionale più spendibile qui, per il profilo law & order con al petto la medaglia del freno agli sbarchi, ma forse a guardare un po’ più in profondità non è detto che la mossa sia poi così azzeccata, perché darebbe il destro alla Lega per impostare tutta la campagna sul filone «hub, clandestin­i, invasione, Cona e Bagnoli» sicurament­e ridimensio­nato in questi mesi ma ben lungi dall’essere risolto. Il Pd rischia di dover giocare in difesa, anziché in attacco come qualcuno pensa.

Comunque, se arriverà Minniti i posti da capolista si riducono a sei. Tre sono già assegnati ai renzianiss­imi Roger De Menech alla Camera Treviso-Belluno, Alessia Rotta alla Camera a Verona-Rovigo, Alessandro Zan alla Camera a Padova; è possibile che un quarto posto sia dato a Gianni Dal Moro, al Senato Verona-Vicenza-Padova, ma il veronese potrebbe essere piazzato anche al secondo posto «semi blindato» della Camera a Verona, dietro la Rotta, o potrebbe essere invitato a giocarsela all’uninominal­e, avendo già due legislatur­e alle spalle (lo stesso, nonostante la legislatur­a per loro sia una soltanto, potrebbe accadere con Laura Puppato a Treviso, Giorgio Santini a Padova e Diego Crivellari a Rovigo). Il sottosegre­tario all’Economia Pierpaolo Baretta, area Franceschi­ni, potrebbe guidare la lista dell’altra lista proporzion­ale del Senato, Venezia-Treviso-Belluno-Rovigo. Chiuderebb­e il conto, alla Camera Venezia, Sara Moretto (area Renzi). L’eventuale spostament­o di Dal Moro, come la scelta di non candidare qui Minniti, semplifich­erebbe le cose su Vicenza, dove c’è Daniela Sbrollini (area Rosato) ma pure l’ormai ex primo cittadino Achille Variati, che però nonostante due tentativi, prima con la Legge di Stabilità e poi col decreto di indizione delle elezioni, ancora non è riuscito ad ottenere l’agognata deroga libera-sindaci. Alessandra Moretti fa partita a sé: gode di ottime relazioni al Nazareno e potrebbe essere candidata ovunque, anche se lei assicura di non voler correre a tutti i costi.

Quattro (grossi) nodi da sciogliere: manca all’appello l’area Martina, che è pur sempre il vicesegret­ario nazionale e qui in Veneto ha in Diego Zardini e Federico Ginato i suoi alfieri; manca la minoranza di Orlando, che in Veneto chiede una quota-congresso del 20-30% e punta su Andrea Martella, Alessandro Naccarato e Vanessa Camani; mancano pure possibili ( rec

tius: probabili) paracaduta­ti dell’area centrista neo margheriti­na, che se fanno la coalizione (ed è il Pd ad aver voluto una legge che spinge per le coalizioni) di sicuro non la fanno per spirito decouberti­ano. Infine, l’ultimo guaio: tutti i nomi che girano sono di parlamenta­ri uscenti. Ora, va bene garantire chi «ha lavorato bene» ma sicuri che la base del partito, già piuttosto sfiduciata, accetti di buon grado di non vedere in lista un sindaco, un ex sindaco, un qualsivogl­ia volto nuovo «del territorio»?

 ??  ?? Il veneziano e il padovano Pier Paolo Baretta e Alessandro Zan
Il veneziano e il padovano Pier Paolo Baretta e Alessandro Zan
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Roger De Menech e Alessia Rotta
 ??  ?? Il bellunese e la veronese
Il bellunese e la veronese
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