Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Pedemontana, Pfas e pesticidi l’Epifania unisce i comitati del no
Don Bizzotto celebra la messa per la terra che richiama a Castelgomberto duecento persone. «Il nostro obiettivo non è vincere ma vivere meglio»
Don Albino Parliamo di strade e acqua, ma c’è anche l’aria inquinata
Per altare un CASTELGOMBERTO tavolino di legno da sagra, per cupola un gazebo, per l’eucarestia un pezzo di pane carasau. Don Albino Bizzotto, il fondatore del movimento Beati i costruttori di pace, indossa i sandali e dice messa a piedi nudi, di fronte a duecento persone arrivate da tutto il Veneto in questo prato di via Pedemontana a Castelgomberto. Un luogo simbolo perché all’incrocio di due temi caldissimi della politica veneta: la superstrada Pedemontana (a un chilometro da qui in settembre il torrente Poscola è sprofondato in un tunnel in costruzione) e poi il problema Pfas che inquinano le acque (la ditta Miteni di Trissino che li produceva è quattro chilometri a sud).
Si chiama «Epifania della terra» questo appuntamento itinerante arrivato ieri pomeriggio alla quinta edizione. Nel 2015 ha toccato Breganze, poi Bassano del Grappa e Fanzolo di Vedelago (Treviso), angoli di un Veneto toccato – e violato, secondo gli organizzatori – dalle grandi opere e dall’inquinamento. «L’Epifania è un segno naturale, una stella, accolto da poche persone – esordisce don Bizzotto –. Riesce a scombinare i giochi del potere e indicare il percorso di una storia nuova e bella per tutti, pur se faticosa e piena di difficoltà». A sentire lui, che della galassia di comitati è da tempo un punto di riferimento, sono arrivati da Vicenza e oltre. Ci sono il CoVePa di Massimo Follesa contro la Pedemontana, le mamme No Pfas di Montecchio Maggiore, quelli che lottano contro i pesticidi nelle terre del Prosecco, il Cillsa di Arzignano che monitora i fanghi del distretto della concia. Fra le bandiere della pace che sventolano c’è Lisa Clark, da una vita attivista per il disarmo. Un Veneto minoritario ma che non si rassegna. E che una volta all’anno si ritrova per fare il punto attorno a «don Albino», come familiarmente lo chiamano tutti.
Alberto Peruffo del comitato contro gli Pfas alza il tiro: «Vale la pena restare qui fra gente inerte? – chiede – Basta piccole battaglie senza strategia». Poi fa appello metaforicamente a una «guerra civile nonviolenta». Chi prende il microfono dopo gli risponde che sì, vale la pena. L’assemblea continua. Si affaccia qualche politico: la senatrice Pd Laura Puppato, i consiglieri regionali Cristina Guarda (lista Moretti), Manuel Brusco e Patrizia Bartelle (M5S). Non intervengono al microfono, ma il clima della campagna elettorale è nell’aria. Don Bizzotto si premura di scacciarlo via: «Al di là delle identità politiche e religiose, dobbiamo impegnarci tutti. Però l’obiettivo non è vincere, perché non abbiamo nessun partito alle spalle, ma vivere meglio. A partire dalle situazioni più critiche del nostro territorio dobbiamo capire tutto il contesto che va cambiato. Oggi puntiamo l’attenzione sull’acqua inquinata, ma un problema altrettanto grave è quello delle polveri sottili: Padova è la città con l’aria peggiore d’Italia».