Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Aumentano i migranti di fede cattolica Il vescovo: «Siamo tutti concittadini» Ieri la festa dei popoli: in duomo canti, costumi e tradizioni dal mondo
«Voi come i Magi avete intrapreso un lungo viaggio alla ricerca di dio, di un lavoro, di pace, di un giusto benessere». Il vescovo Beniamino Pizziol ha salutato così, ieri mattina, l’umanità multietnica che si è assiepata nel duomo di Vicenza per l’Epifania dei popoli, la messa che da vent’anni l’ufficio diocesano Migrantes della diocesi vicentina promuove il 6 gennaio. Una messa dai toni festivi, animata dai canti e dalle musiche di tante comunità. Per l’amministrazione comunale era presente l’assessore al sociale Isabella Sala.
Fra le chitarre pizzicate da ecuadoregni e boliviani, i balli delle bambine in abito bianco dello Sri Lanka, i ritmati «alleluia» degli africani e i costumi tradizionali indossati dalle donne dell’Est Europa, il vescovo Pizziol ha fatto passare il messaggio di accoglienza lanciato da Papa Francesco in vista della giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 14 gennaio. «Sono quattro i verbi usati dal Papa – ha detto il vescovo –: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Tanti di voi sentono il rifiuto, il pregiudizio, la distanza e a volte la chiusura. Ecco perché è importante integrare: ognuno porta la propria esperienza e cultura e la mette in comune con i vicentini e i cristiani che vivono già qui. Ne esce un arricchimento comune. Da vent’anni accogliamo le comunità cristiane di altri paesi, per perseguire il fine che scrive San Paolo nella lettera agli Efesini: non siete più stranieri né ospiti, ma concittadini».
Nella diocesi si contano 16 centri pastorali per migranti di fede cattolica, due in più rispetto allo scorso anno. Sette si trovano a Vicenza e si rivolgono a filippini, ghanesi, nigeriani, romeni, srilankesi, latinoamericani e ucraini. Tre sono a Bassano del Grappa, dove pregano per filippini, ghanesi, nigeriani, latinoamericani e ucraini. A Schio si contano due centri per ghanesi, nigeriani e romeni. Altri centri si trovano ad Arzignano (per ghanesi), a Creazzo (per africani francofoni), a Chiampo (per ucraini) e a Valdagno (per ucraini).
«Con questo momento – dice padre Michele De Salvia, responsabile Migrantes di Vicenza – vogliamo trasmettere il volto di una Chiesa sempre più aperta e pronta al dialogo, dove si incontrano culture diverse, si vincono pregiudizi e si accorciano distanze, contribuendo così alla pace e alla coesione sociale. E questo è il lavoro svolto di settimana in settimana dai centri pastorali per i migranti presenti in diocesi». Con un corteo finale i rappresentanti di ogni comunità hanno portato all’altare un dono, un frutto o un dolce. Per concludere con una foto di gruppo assiem e al vescovo Pizziol.