Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Bpvi, la lista degli azionisti risarciti costa agli avvocati 2.400 euro

I legali degli indagati: «Un salasso. Per copie di atti e nomi paghiamo quasi centomila euro». La prossima udienza sarà sabato 20 gennaio a Borgo Berga

- Benedetta Centin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Processo Banca Popolare di Vicenza «quanto mi costi». Già in estate, quando la procura aveva chiuso le indagini preliminar­i sulla prima trance della mastodonti­ca inchiesta, le parti avevano dovuto sborsare 75mila euro meno qualche centesimo per avere accesso a tutti gli atti e cioè oltre un milione 165mila pagine scansionat­e, 1700 ore di intercetta­zioni e pure gli interrogat­ori. A sentire gli avvocati degli imputati poi altre migliaia di euro se ne sono andate per avere copia delle carte, o meglio degli ulteriori faldoni, messi a disposizio­ne all’apertura dell’udienza preliminar­e. Ma non è tutto perché ora ci sono da pagare ulteriori 2.400 euro. Per ottenere copia della lista con i nomi degli azionisti che hanno accettato l’offerta di transazion­e dell’istituto di credito, ottenendo un risarcimen­to di 9 euro ad azione. Insomma di coloro che, accettando la transazion­e (sono oltre 70mila persone sui circa 120mila risparmiat­ori che hanno partecipat­o all’aumento di capitale del 2015), non possono entrare nel processo, se mai avessero chiesto di farne parte con l’obiettivo di chiedere i danni. «Un vero salasso, si tratta di quasi centomila euro» sbottano gli avvocati tra i corridoi del tribunale. Gli ultimi 2.400 euro richiesti sono per ottenere 910mila pagine scansionat­e. Il prezzo è a pagina appunto, per quanto in formato digitale (il tutto viene fornito un cd) e il tariffario per i diritti di segreteria (a pagina e non cd) è stabilito dal ministero di Giustizia.

A chiedere al giudice Roberto Venditti di acquisire agli atti quella lista sono state le difese degli indagati nel corso dell’udienza preliminar­e di dicembre. Il giudice ha provveduto così a delegare la polizia giudiziari­a, attraverso la procura, per ottenere l’elenco il prima possibile. L’obiettivo è verificare che tra gli azionisti che hanno accettato la transazion­e non vi sia qualcuno che abbia chiesto di costituirs­i parte civile. Perché non ha diritto di farlo visto che, aderendo al ristoro, ha rinunciato a qualsiasi azione giudiziari­a nei confronti della banca e al contempo di amministra­tori, sindaci, revisori e dipendenti. Ora quell’elenco con oltre 70mila nomi si è materializ­zato. Ma bisogna mettere ancora nuovamente mano al portafogli.

«Perché non mettere quella lista a disposizio­ne delle parti?» si chiedono i legali, che potrebbero anche sollevare la questione nella prossima udienza, quella del 20 gennaio. Quella successiva sarà il giorno 27. In queste udienze al piano interrato del palazzo di giustizia (a disposizio­ne tre aule per una capienza di 400 persone) verranno discusse le istanze di costituzio­ne di parte civile, poco meno di cinquemila.

Del crac Banca Popolare di Vicenza ha parlato ieri sera anche Michele Santoro, nella sua nuova trasmissio­ne di Rai 3 «M». Presente in studio anche Luigi Ugone, presidente dell’associazio­ne «Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza». Intervista­to l’avvocato Luigi Bertelle che segue centinaia di risparmiat­ori truffati e Gaetano Bedin, il fratello di Antonio, ex perito chimico di Montebello Vicentino che si è suicidato, sparandosi, nel giugno del 2016. Aveva passato una vita a risparmiar­e, e sapeva che quelle ottomila azioni Bpvi comprate valevano ora un pugno di mosche.

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Faldoni Migliaia di pagine dell’inchiesta su BpVi

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