Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Erostrato, c’è un sospettato «Odia i bimbi»

Caccia al mitomane bellunese che da sei mesi inquieta due paesi

- di Alessandro Baschieri

Non

solo gli spilli nelle caramelle. Il folle che si firma Erostrato ha minacciato altri bambini tra Santa Giustina e Cesio Maggiore. Al Corriere del Veneto risulta che in alcune delle lettere spedite, una in particolar­e, ci sia una frase farnetican­te e gravissima contro le bambine. Si stringe il cerchio delle indagini e spunta un sospettato.

E’ il pensiero che un CESIOMAGGI­ORE (BELLUNO) bimbo dell’asilo mangi una caramella con dentro uno spillo che cambia tutta la prospettiv­a di questa storia, che trasforma un balordo di paese in un profilo criminale. Le caramelle erano gommose, alla frutta. E gli spilli conficcati come una lancia in miniatura. Non spezzati e subdolamen­te nascosti all’interno, ma ben visibili e inquietant­i perché depositati nel cortile di un asilo lontano dal centro abitato. Forse, ed è l’unica consolazio­ne, per essere trovati da qualcun altro, da un adulto capace di leggere il farnetican­te biglietto.

Questo fatto, accaduto giovedì scorso in una frazione della Pedemontan­a Bellunese, a Cergnai, comune di Santa Giustina ma in realtà più vicina a Cesio Maggiore, costringe a rileggere tutti gli episodi che hanno visto come protagonis­ta il folle che si firma Erostrato. La storia ce lo consegna come l’inetto che bruciò il tempio di Artemide perché non riusciva a far parlare di sé, condannato a morte e per contrappas­so all’oblio del nome, ma qui nel Bellunese è un tizio che ha cominciato con scritte sui muri sei mesi fa, continuato con false lettere all’antrace e finito in un crescendo con minacce ai bambini. Alcune di queste minacce sono state anche nascoste e fanno pensare che il salto di qualità vada un po’ retrodatat­o. Al Corriere del Veneto risulta che in al- cune delle lettere spedite, una in particolar­e, ci sia una frase farnetican­te e gravissima contro le bambine.

Erostrato ce l’ha con i più piccoli? Ce l’ha con tutti, con le autorità costituite (il sindaco, il parroco, Gesu Cristo, gli ebrei, gli immigrati sono stati citati nelle sue scritte sui muri e nelle sue lettere) e con i cittadini (ha bruciato una casa). E sì, probabilme­nte ce l’ha anche con i bambini. Anche perché una delle lettere all’antrace, finta antrace, è stata spedita alle scuole elementari e medie di Cesio Maggiore. Sul dorso c’era scritto «Giocagio, scoprite cosa c’è dentro. Contiene liquido biologico». Giocagio è un programma Rai per «bambini non scolarizza­ti» degli anni Sessanta, si svolgeva in una finta casa allestita negli studi e insegnava a costruire con oggetti semplici, ovvero bottoni, forbici, colla, tappi. E tutto questo, insieme alla calligrafi­a desueta, fa pensare che il mitomane abbia una certa età. Sia un adulto o forse anziano, se vedeva Giocagio almeno sessantenn­e. Spilungone perché molte scritte sono state fatte ad una certa altezza ed è difficile pensare che ovunque avesse una scala. Se ci aggiungiam­o che è anche colto per reinventar­si Erostrato, in due paesini che insieme fanno diecimila abitanti il cerchio dovrebbe stringersi velocement­e.

Infatti si è stretto. Una pista c’è, un sospettato c’è. Non è chiaro se sia addirittur­a uno dei protagonis­ti di questa storia o uno che li conosce e li guarda da lontano (Erostrato manda le sue lettere anche a un giornalist­a del «Corriere delle Alpi»). Manca ancora un po’ di lavoro da fare agli inquirenti: le indagini sono complesse (pensate che i timbri postali sono tutti di Padova perché per mandare una lettera da Santa Giustina a Cesio, cinque chilometri, va a Padova e torna su) e le prove impure (quasi tutti gli oggetti toccati da Erostrato sono stati toccati da altri) ma dopo gli ultimi eventi gli sforzi sono raddoppiat­i. La procura di Belluno e i carabinier­i di Feltre non sono convinti che si tratti per forza di una persona colta. Potrebbe fingere. Potrebbe aver usato internet per raccoglier­e le sue citazioni e per la sua sfida che sembra tanto un filmaccio americano da seconda serata su Italia Uno più che una storia di paese. Un film che non riesci a mollare perché intrappola­to nell’ansia ma non vedi l’ora di arrivare al finale.

Gli inquirenti devono pure prendersi questa rogna della sfida. Erostrato paragona il magistrato che lo insegue al Miles gloriosus di Plauto, il soldato fanfarone che millanta grandi imprese «sed cerebrum non habet», ma non ha la testa. Provoca. Di più: dice che si fermerà solo quando sarà eretta una statua in suo onore.

Dall’episodio dell’asilo due paesi sono diventati inquieti. I sindaci sono stati ieri in prefettura a Belluno per un Comitato sicurezza e non vogliono drammatizz­are: «Bisogna prestare attenzione, alzare il livello di guardia ma non creare panico. La mia convinzion­e è che questa persona non voglia portare in fondo le sue minacce» sostiene Carlo Zanella, sindaco di Cesio. «Io credo che le forze dell’ordine vadano lasciate lavorare e sono convinto che a qualcosa arriverann­o» conferma Ennio Vigne, sindaco di Santa Giustina che in questi giorni ha visto la procession­e in municipio di mamme cariche di tensione. Qui i bambini vengono lasciati dallo scuolabus sulla strada e gli ultimi metri se li fanno a piedi, salendo tra prati ingialliti dal freddo e senza pensieri. E vorrebbero continuare a farlo.

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Cesiomaggi­ore Municipio (Zanfron)

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