Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Venezia, asta (d’oro) per essere sepolti nella città «immortale»
Il caso Al Cimitero di San Michele scadute le concessioni di 17 cappelle monumentali con statue e mosaici. Solo due offerte: si partiva da 250mila euro. Ma l’assessore: mancano soldi per i vivi, figurarsi per i morti
Al Cimitero di San Michele sono scadute le concessioni di 17 VENEZIA cappelle monumentali con statue e mosaici. Il Comune le ha messe all’asta: si parte da 250mila euro. Due offerte presentate. L’assessore: mancano soldi per i vivi, figurarsi per i morti.
Un privilegio per pochi, anzi pochissimi, visti i numeri. Probabilmente stranieri, forse russi e americani. Riposare per sempre in una cappella monumentale in un’isola in mezzo alla laguna di Venezia, tra Igor Stravinskij e Ezra Pound. Non è da tutti, anche perché per pensare al «futuro» servono almeno 250 mila euro, che potrebbero diventare di più con i restauri necessari. Poca cosa però: se una casa è per la vita, questo è per l’eternità, a patto di essere più che benestanti e di voler disporre di un piccolo angolo di paradiso.
L’occasione arrivava da diciassette concessioni cimiteriali decadute nell’ultimo periodo, di cui cinque immediat amente vendibili : t re nell ’e mi c i c l o d ’ i n g r e s s o d e l cimitero di San Michele, alcuni in buone condizioni, altri meno con un po’ di vegetazione all’interno, infiltrazioni o tetto da rifare. Tutti liberi da salme naturalmente. Alcune delle cappelle sono rivestite con mosaici d’epoca, altre in pietra o con statue, appartenevano a famiglie nobili di un tempo, che le avevano edificate per ospitare tutto il vasto casato, eppure a Ca’ Farsetti sono arrivate solo due offerte. «Nemmeno verso la morte c’e grande apertura», dice ironicamente l’assessore al Patrimonio Renato Boraso. E così come per i palazzi in Canal Grande, anche per le tombe le aste vanno praticamente deserte: «I soldi non ci sono per i vivi, pensate per i morti», commenta lo stesso assessore. A stoppare gli entusiasmi dei «comuni mortali» pare sia stato il costo delle tombe. La più economica partiva da 256 mila euro (l’ex cappella Testolini Quadri voluta nel 1905 dall’avvocato Antonio Testolini per la sua famiglia), quella più costosa l’ex cappella Olivieri (335 mila euro nonos t a nte l o pe s s i mo s t a to di conservazione e i significativi restauri da fare), in mezzo le edicole Venier e Alzano. La concessione ha una durata di 99 anni, prorogabile, affetto dei posteri permettendo. A determinare il valore delle cappelle sono state la grandezza, lo stato di conservazione, i restauri già compiuti e la bellezza degli arredi, con mosaici e marmi di grande valore. Come quelli dell’ex cappella Salviati nell’emiciclo d’ingresso, voluta nel 1914 da Antonio Salviati fondatore dell’omonimo stabilimento vetraio nel palazzo La Mula a San Vio per il figlio Silvio. Allora, più di un secolo fa, l’imprenditore la pagò 9000 lire, praticamente poco meno di 30 mila euro di oggi, ci dicono le tabelle di rivalutazioni, ben distante dagli oltre trecentomila per cui è andata all’asta. Ma ci sono le decorazioni dell’interno a mosaico, l’abside a catino che ospita l’altare, la cripta per la sepoltura... Il Comune aveva stimato un introi- to complessivo vicino ai due milioni da impiegare proprio per la manutenzione dei cimiteri di Venezia, isole e terraferma. Nel migliore delle ipotesi si dovrà accontentare di 500 mila euro (le buste saranno aperte il 5 marzo poi con ogni probabilità si ripartirà con un altro bando a prezzi ribassati).
Evidentemente i vip oggi preferiscono pensare al presente acquistando palazzi in Canal Grande o alla Giudecca (uno degli ultimi è stato Elton John che ha acquistato casa accanto alla chiesa delle Zitelle), piuttosto che pensare al futuro celeste. Sono lontani i tempi in cui nobili, poeti e musicisti chiedevano il «riposo eterno» nell’isola in mezzo alla laguna. Era il 1971 quando a New York morì Igor Stravinskij a causa di un’insufficienza cardiaca: aveva 88 anni e per suo espresso desiderio venne sepolto a San Michele, vicino alla tomba del suo collaboratore di vecchia data Djagilev. Un anno dopo fu il poeta e saggista statunitense Ezra Pound a scegliere Venezia di cui si era innamorato e che l’aveva spinto a non tornare più in America e di stabilizzarsi in Italia e nella città lagunare (ora riposa a fianco della moglie Olga Rudge). O ancora Iosif Brodskij attratto da Venezia, dalla sua bellezza e dalla sua gente. Amava trascorre regolarmente le sue vacanze di fine anno in laguna a cui è legato anche il libro «Fondamenta degli incurabili. Quando comprese i suoi seri problemi cardiaci, espresse il desiderio di venire seppellito nella sua «personale forma del Paradiso».