Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Melegatti, no al fondo: fallimento vicino

Salta l’accordo, il Tribunale decide. I soci chiedono i danni ad Abalone

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Nessuna firma sull’accordo-quadro, ma richiesta di cassa integrazio­ne per tutti i lavoratori più udienza al tribunale di Verona per il 23 febbraio. E come non bastasse, minacce di azioni legali nei confronti del fondo Abalone. L’ultimo giorno per trovare un accordo tra soci Melegatti e fondo maltese è tramontato ieri senza che alcuna ipotesi positiva si concretizz­asse. Il tribunale, dopo la relazione di lunedì dei commissari, ha convocato in udienza i rappresent­anti della società per chiarire come mai gli obblighi informativ­i della procedura concorsual­e siano stati in sostanza disattesi. L’ultimo aggiorname­nto dell’azienda ai giudici sulla situazione economica risalirebb­e a fine novembre. I giudici, guidati da Silvia Rizzuto, vogliono capire se ci sono ancora le condizioni per proseguire entro la procedura concorsual­e o se tornare a inizio novembre, prima della richiesta di concordato in bianco. In questa seconda ipotesi, è possibile che i giudici, con istanze di fallimento, dichiarino la Melegatti fallita.

Dal punto di vista produttivo, la non adesione all’accordo-quadro da parte della proprietà rende impossibil­e l’av- vio della campagna di Pasqua. Nell’impossibil­ità di acquistare le materie prime e, probabilme­nte, anche di pagare gli stipendi, l’azienda ha convocato i sindacati per informarli della richiesta di cassa integrazio­ne per tutti i dipendenti per 13 settimane, il massimo possibile. La notizia ha creato rabbia tra i lavoratori che, oggi, si riuniranno in assemblea. Dure le reazioni sindaca- li: «Si son presi il lusso di bruciare la campagna di Pasqua».

Da parte sua, la proprietà ha optato per un nuovo rilancio. In un breve comunicato ha attribuito la responsabi­lità ad Abalone (che ha fermamente respinto gli addebiti) perché «ad oggi non ha ancora adempiuto all’obbligazio­ne assunta per il Natale e pertanto la Melegatti, che si riserva di intentare richiesta di danni, non può proseguire alla firma dell’accordo quadro». Poi ha chiarito che «advisors e proprietà sono già a lavoro per trovare una soluzione alternativ­a entro i termini stabiliti dal Tribunale».

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Protesta I lavoratori in prefettura

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