Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Medico del San Bortolo si toglie la vita
L’otorino, vice primario, D’Eredità è stato trovato nell’androne di casa a Padova
La tragica notizia della scomparsa di Riccardo D’Eredità al San Bortolo di Vicenza è arrivata ieri verso mezzogiorno. A trovare il corpo esanime del vice primario di otorinolaringoiatria è stato alle 8.30 un vicino di casa. D’Eredità aveva 53 anni e si è ucciso sulle scale nell’androne del palazzo dove viveva a Padova insieme alla terza moglie e al figlio piccolo. Non ha lasciato alcun biglietto ma il tragico gesto sarebbe riconducibile a problemi di familiari.
Il dg Pavesi Siamo sconvolti: era un medico molto impegnato e con tanti progetti per il futuro, molto apprezzato
La tragica notizia della scomparsa di Riccardo D’Eredità all’Ospedale San Bortolo è arrivata ieri verso mezzogiorno. A trovare il corpo esanime del vice primario di otorinolaringoiatria è stato alle 8.30 un vicino di casa. L’uomo ha dato l’allarme ai carabinieri e al Suem, che ne hanno constatato il decesso. Riccardo D’Eredità aveva 53 anni e si è impiccato sulle scale nell’androne del palazzo dove viveva a Padova insieme alla terza moglie e al figlio piccolo. Non ha lasciato alcun biglietto per spiegare il tragico gesto, che sarebbe riconducibile a problemi di tipo familiare, legati ai divorzi e agli oneri che ne conseguono. Il medico era molto conosciuto a Vicenza, dove lavorava dal 1998 e dove si era contraddistinto per aver migliorato la vita di tanti pazienti che si erano affidati a lui per i problemi all’apparato uditivo. Tra i colleghi del San Bortolo ieri c’era sconcerto e incredulità, questo perché D’Eredità non avrebbe lasciato trasparire la sua grande sofferenza. Tante sono le storie che i suoi pazienti possono raccontare. Come quando lo scorso giugno un marocchino di 22 anni detenuto al carcere San Pio x aveva ingoiato una lametta da barba per paura di essere rimpatriato ed era stato operato d’urgenza dal medico che gli ha salvato la vita. O come quando nel luglio del 2016 era riuscito, dopo una delicata operazione, a far tornare l’udito a una bambina di 12 anni grazie a un imper pianto di ultima generazione che il medico e la sua equipe avevano installato. In ospedale ne parlano come di uno specialista di talento raro, il «dottore dell’orecchio bionico» che aveva portato in Italia l’esperienza maturata negli Stati Uniti, il medico dei piccoli miracoli che aveva fatto «sentire» i pazienti completamente sordi. Fino al 2016 aveva già inserito una trentina di impianti elettronici ad adulti e bambini, con una tecnica mini invasiva appresa negli Usa e che aveva perfezionato nel tempo. E non sono molti gli specialisti in Italia in grado di farlo. Suo, dal 2002, il brevetto internazionale e statunitense su un nuovo sistema di ventilazione dell’orecchio medio riassorbile.
Il ricordo è quello di un uomo che non passava inosservato. Non a caso al San Bortolo era stato soprannominato «il principe azzurro», un po’ il colore del camice indossato dai medici americani (e che lui ricordava sempre con piacere) e un po’ perché era decisamente apprezzato dalle molte colleghe.
A ricordarlo con professionalità è infine Giovanni Pavesi, direttore generale dell’Usl 8 Berica: «La notizia ci ha colpito profondamente, anche perché non avevamo avuto nessuna avvisaglia. Il dottor D’Eredità era un medico molto impegnato e con tanti progetti per il futuro. Era anche molto apprezzato dai pazienti e dai suoi colleghi, uno specialista che si è sempre distinto per la sua competenza ma anche per la sua sensibilità, come dimostra il suo impegno verso i pazienti pediatrici. A nome di tutta l’Azienda desidero esprimere le nostre più sincere condoglianze ai suoi familiari»