Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Profughi, in stato di agitazione i dipendenti della coop Edeco «Cona e Bagnoli, un inferno»
Scatta lo stato di agitazione per VENEZIA i 258 dipendenti della cooperativa Edeco onlus, impegnati a diverso titolo nell’assistenza ai richiedenti asilo ospitati nelle ex basi militari di Bagnoli di Sopra e Cona e in altre 10 strutture di accoglienza venete. Dopo una decina di assemblee con il personale a dicembre, un’altra lunedì e l’ultima ieri sera, oltre a diversi incontri con il cda della onlus, la Cisl ha proclamato la mobilitazione per «il forte malcontento in merito alle condizioni di lavoro». «Visto il calo dei migranti presenti nelle due basi complessivamente da 1700 a 980, la Edeco ha tagliato diverse decine di lavoratori a tempo determinato e ridotto l’orario di lavoro a molti altri — denuncia Franco Maisto, dirigente della Cisl Fp per Padova e Rovigo —. La forte riduzione dell’organico ha avuto gravi ripercussioni sulla gestione ordinaria delle strutture di accoglienza e sulla sicurezza interna, senza contare che diversi profughi vengono impropriamente utilizzati, a gratis, per supplire alle carenze di personale. In più, mentre i migranti sono dotati di badge che ne accerta l’entrata e l’uscita dai centri, i lavoratori non timbrano il cartellino e ciò consente alla direzione di far lavorare full time i part time, di far saltare i riposi agli autisti, costringendoli a turni di 10/14 ore consecutive, e di impiegare i dipendenti giorno e notte senza interruzioni. Abbiamo richiesto l’installazione di un sistema di rilevazione elettronico degli effettivi orari coperti dai dipendenti, ma invano».
La Cisl ha chiesto ha al prefetto di convocare i vertici della cooperativa per un tentativo di conciliazione e se fallirà, il sindacato proclamerà lo sciopero. «Dal primo febbraio abbiamo lasciato a casa tre persone, perchè erano in scadenza di contratto e avevano ricevuto altre offerte d’impiego — replica Simone Borile, ai vertici di Edeco insieme alla moglie Sara, che è la presidente —. In conseguenza all calo del 50% dei richiedenti asilo ospiti nei nostri centri abbiamo tagliato il numero di ore a tutti i lavoratori per evitare licenziamenti e garantire la continuità occupazionale. Quanto all’installazione di macchinette per il timbro del cartellino, dovremmo posizionarle su 12 ettari, per una spesa di 38mila euro, eccessiva visto che la nostra gestione cessa il 28 febbraio».