Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Stress, tradimenti La (dura) vita delle famiglie Usa
Disoccupazione, stress, tradimenti. Sono alcune delle principali preoccupazioni dei familiari dei soldati Usa a Vicenza.
VICENZA Problemi economici, tradimenti, stress, dipendenza da alcol e nicotina. Senza contare la quasi impossibilità di trovare un lavoro fuori dalla base. Non è facile la vita per chi sceglie di sposare un militare americano di stanza in Veneto.
Nelle scorse settimane i vertici della guarnigione hanno proposto un sondaggio tra la comunità statunitense che ruota intorno alle caserme presenti in Italia e il 90 per cento delle risposte è arrivato proprio dalle famiglie delle basi Ederle e Del Din di Vicenza, e di quella di Longare: una comunità di dodicimila persone presente in terra berica da oltre mezzo secolo.
Il tema è la qualità della vita e agli intervistati è stato chiesto di selezionare le proprie «aree di interesse», evidenziando i problemi che sentono più pressanti. L’obiettivo? «Stabilire le priorità e iniziare ad affrontare le principali preoccupazioni sollevate, per rendere la comunità Usa in Italia un posto migliore in cui vivere», spiega Amy Cates, responsabile della promozione della salute per l’esercito.
A quando pare, avrà parecchio di cui occuparsi. La maggioranza di coloro che hanno risposto al sondaggio lamenta uno squilibrio tra vita privata e lavoro. Le famiglie Usa a Vicenza devono fare i conti con le missioni all’estero, anche in zone di guerra come l’Afghanistan, che portano i soldati lontano da casa per diversi mesi. E così, un terzo degli intervistati lamenta la mancanza di tempo da trascorrere insieme al partner, ma anche problemi di infedeltà.
C’è poi l’impossibilità di trovare lavoro: gli accordi tra Stati Uniti e Italia prevedono delle limitazioni occupazionali per i familiari dei soldati. C’è un modo per superarle, ma ottenere il permesso di lavoro rende soggetti a una tassazione più pesante (quella italiana, appunto) e costringe a rinunciare ad alcuni privilegi. Il risultato è che spesso, per mogli e mariti diventa sconveniente trovare un impiego. E di conseguenza, tirando avanti con un unico stipendio, il 37% degli intervistati mette le «questioni finanziarie» tra i principali motivi di preoccupazione. Risultati non molto diversi da quelli ottenuti da un sondaggio simile condotto negli Stati Uniti: i coniugi dei militari sacrificano le loro carriere a causa dei frequenti spostamenti, che spesso li portano a vivere in zone periferiche.
Anche la comunità Stelle e Strisce di Vicenza lamenta poche opportunità di crescita professionale, squilibrio nella vita lavorativa, ma pure la «mancanza di connessione della comunità». Insomma, le famiglie che vivono in Veneto si sentono sole e, in alcuni casi, depresse. Inoltre fanno i conti con stress e ansia, che possono condurre all’uso (e all’abuso) di alcol e sigarette.
C’è poi un altro tipo di «salute», che per gli americani è molto importante: quella spirituale. E anche qui i risultati del sondaggio evidenziano come per il 37 per cento degli intervistati esista un problema di «mancanza di morale», mentre il 27 per cento lamenta la «mancata aderenza ai valori dell’esercito». Non è cosa da poco, per una comunità che si identifica con la divisa che indossa. I vertici della Ederle sono pronti a correre ai ripari e assicurano che «ottenuti risultati del sondaggio, ora si lavorerà per affrontare i motivi di preoccupazione».
La soubrette vicentina Michela Morellato è sposata con un soldato americano e spiega così i disagi evidenziati dal sondaggio. «Spesso le mogli dei militari sono cresciute in sperduti paesini degli Stati Uniti e si ritrovano all’improvviso trapiantate in una realtà, quella italiana, che non conoscono. Non lavorando, molte di loro trascorrono tutto il tempo in casa con i figli. La loro è una vita all’ombra di un marito che può stare lontano, in missione all’estero, anche per dei mesi. Per giunta con il rischio di restare ucciso in battaglia».