Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Grido di Valeria «Fabrizio sarai sempre il mio fratellone»
Donò alla veronese il midollo
«Sono salva grazie a lui. Oggi ho perso il mio fratello maggiore». Dalla gioia immersa nei progetti del futuro allo sconforto più totale. Non smette di piangere, Valeria Favorito, 30 anni, veronese d’adozione, per la morte di Fabrizio Frizzi. A lei, il noto conduttore, nel 2000 donò il midollo osseo (un vero e proprio tour de force, fra una scena e l’altra della fiction che stava girando), salvandole la vita. «Incredibile, tornò subito al lavoro» testimonia Fabio Benedetti, medico del reparto di Trapianto del midollo ed ematologia del Policlinico di Verona, che eseguì l’operazione quando Valeria
era ancora poco più di una bimba, malata di leucemia. Quando ha visto Frizzi, l’ultima volta?
«All’inizio di marzo. Sono scesa a Roma per consegnargli l’invito alle mie nozze fissate il primo settembre. Non l’ho visto bene. Anzi, stava proprio male. Mi ha detto «la forza me la dai tu che continui a lottare e la mia famiglia”». Era il caso che tornasse in tv, nella sue condizioni?
«Sì. E io lo capisco benissimo. Lo distraeva. Vuol dire tanto, quando vivi una malattia. E comunque Fabrizio conduceva solo un programma, a tutti gli altri
impegni aveva imparato a dire di no. Non ce la faceva». Lei che l’ha conosciuto bene: era proprio come in tv?
«Identico. La persona più vera nella faccia della terra. Un uomo assolutamente alla mano, un inguaribile buono». Veniva a trovarla a Verona?
«Certamente. È venuto diverse volte. Ci vedevamo quando aveva degli impegni istituzionali, come quando fu ospite della Clerici in Arena. Ma quello che in pochi sanno è che è venuto in città per festeggiare il mio diciottesimo e il mio ventesimo compleanno in un locale del centro: fece delle corse pazzesche
perché dopo poche ore doveva tornare a Roma. Una pazzia». Come ha saputo che lui era il suo donatore?
«Di solito c’è la privacy. Lui ha voluto infrangere le regole per dare un messaggio forte, per sensibilizzare tutti, anche chi non sa il valore di queste azioni. Ecco perché io mi batto, tutt’ora, nelle scuole e nei luoghi di aggregazione per dire “donate”: un semplice gesto può salvare diverse vite. Io, dopo quello di Frizzi, ho subito un secondo traguardo: anche questa persona per me è un angelo custode». Però Fabrizio resta speciale, come dice lei, giusto?
«Certo. Eravamo legatissimi. Lui sarà sempre il mio fratellone, come ero abituata a chiamarlo io. Non posso ancora credere a quanto successo. Se chiudo gli occhi, oltre al dolore, posso solo esprimere il bene immenso che gli volevo e che ora mi appare davanti». Purtroppo al suo matrimonio non ci sarà
«Gli avevo consegnato le partecipazioni proprio qualche settimana fa. Troverò sicuramente il modo di ricordarlo. Per me lui sarà presente quel giorno, sarà presente sempre».