Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Falso ginecologo, il processo si farà a Vicenza ma solo l’Usl 3 di Venezia sarà parte civile
Il processo ad Andrea Stampini si farà a Vicenza ma l’unica parte civile ammessa è l’azienda sanitaria veneziana, l’Usl 3 Serenissima, mentre si sono visti rigettare l’istanza l’Ordine dei medici di Vicenza e l’Unione consumatori nazionale e regionale, associazione che aveva sollecitato danni per 100mila euro al ginecologo per l’accusa senza uno straccio di laurea. È quanto ha deciso ieri il giudice di Vicenza Barbara Maria Trenti rinviando la discussione dell’udienza preliminare al 29 maggio. Nemmeno ieri il geometra di Bassano che per quasi 40 anni avrebbe esercitato senza titolo la professione di ginecologo, anche all’ospedale cittadino, era presente in aula. Il suo avvocato, Alberto Bova, ha presentato un certificato medico che attesta che Stampini è malato. Lo stesso legale nella scorsa udienza aveva sollevato eccezione sulla competenza territoriale, sostenendo che era di Venezia visto che è in quella provincia che il presunto medico aveva prestato servizio nell’ultimo periodo, già in pensione. Ma il giudice l’ha respinta, così come ha negato a Ordine dei medici e Unione consumatori di potersi insinuare nel processo per chiedere i danni. «Perché nel nostro statuto non è prevista la specifica tutela del malato – spiega Antonio Tognoni, presidente dell’Unione Consumatori di Cassola, con l’avvocato Enrico Losavio – , dispiace che un’associazione di tutela collettiva come la nostra venga esclusa dal procedimento». Stampini deve rispondere di esercizio abusivo della professione medica e truffa. Non solo per il fatto che avrebbe operato senza aver mai conseguito il titolo e neppure l’abilitazione medica, ma anche per il raggiro, ai danni di due aziende sanitarie venete. Quella bassanese, per gli stipendi incassati nei 17 anni da dirigente medico nel reparto di ostetricia e ginecologia del San Bassiano. E quella veneziana, per la quale aveva lavorato dopo la pensione da libero professionista: Usl 3 Serenissima che il giudice ha ammesso come parte civile. L’Usl 7 Pedemontana ha invece scelto di fare ricorso alla Corte dei Conti che ha già condannato il 66enne a risarcire un milione e mezzo di euro al San Bassiano.