Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Vaccini, lo scontro a scuola rimandato a settembre
Famiglie avvisate a casa, nessun bimbo respinto
Nessuno degli 8900 VENEZIA bambini veneti tra zero e 6 anni privi di tutte le vaccinazioni previste per legge ieri è rimasto fuori dall’asilo. Benchè il termine ultimo per presentare la documentazione in regola sia scaduto il 30 aprile, i presidi hanno scelto di far finire loro l’anno scolastico. «Regole da settembre».
VENEZIA
Rimanda che ti rimanda, alla fine hanno vinto i no vax. Nessun asilo ieri ha tenuto fuori i bambini tra zero e 6 anni non in regola con le dieci vaccinazioni obbligatorie per legge, nonostante il termine ultimo — già slittato dal 10 marzo — per presentare la documentazione in regola, o perlomeno l’appuntamento all’Usl, fosse scaduto il 30 aprile. Sono state semplicemente spedite lettere di sollecito ai genitori (per esempio quattro firmate dal sindaco di Castelfranco, Stefano Marcon) o si è ricorsi al telefono. «Ho chiamato le famiglie di un alunno italiano e di altri due stranieri inadempienti — racconta Lucia Marcuzzo, preside della materna Boranga di Padova —. Ho detto loro che se non mi portano la documentazione richiesta, da oggi dovranno tenere a casa i figli. E controllerò».
Secondo i dati della Regione sono 8.900 i bambini tra zero e 6 anni totalmente inadempienti, ai quali vanno aggiunti 22.591 parzialmente inadempienti, cioè carenti di qualche vaccino o richiamo. Ma si è scelta la linea morbida. «Nessun bimbo resterà fuori da Nido o materna — conferma Cosimo Basile, coordinatore dei presidi vicentini — saranno accolti in classe anche se non immunizzati. Però le scuole dovranno segnalarlo». Filosofia adottata in tutto il Veneto: a Treviso, l’Usl 2 sta inviando un ultimo sollecito ai genitori dei 300 piccoli della materna ancora fuori legge(al Nido sono tutti in regola) su un totale di 38mila iscritti, e così si sta facendo a Padova per altri venti bimbi. Le famiglie hanno tempo fino al 30 giugno per rispondere al sollecito: peccato che l’anno scolastico finisca il 9. Insomma la parola d’ordine, per i gestori (presidi, sindaci, parroci o dirigenti degli asili cattolici) è rispettare la legge ma senza creare tensioni. E soprattutto far finire l’anno a tutti, come del resto avevano chiesto qualche mese fa una sessantina di sindaci veneti, guidati dal vicentino Achille Variati, al ministero della Salute. Che però aveva risposto picche. E allora i no vax hanno iniziato a giocare «al rimando»: prendono appuntamento per la vaccinazione all’Usl, sotto data lo spostano con la solita scusa «il bimbo ha la febbre», lo rifissano, lo fanno nuovamente slittare e così via all’infinito. «Le nuove regole varranno per il prossimo anno scolastico», spiega Stefano Cecchin, presidente della Fism, che riunisce 1043 asili parificati, per un totale di 93mila iscritti, ovvero il 65% dei veneti nella fascia 3-6 anni e il 50% tra zero e 3 anni. «Si parte a settembre — continua Cecchin — anche perchè ci sono Usl che non hanno ancora restituito alle scuole gli elenchi degli iscritti e relativa indicazione dei non vaccinati. Parlo dell’Usl di Rovigo (per problemi tecnici le manca ancora un terzo di asili, ndr), mentre quelle di Venezia e Treviso hanno risposto solo ieri mattina. I genitori dei bimbi fuori legge o da ieri non li portano più all’asilo o li hanno ritirati da mesi, affidandoli ai nonni o aspettando le scuole che i no vax vogliono attivare all’interno di associazioni prive della normativa sull’obbligo vaccinale, valida pure per i Nido familiari. Risultato: abbiamo perso centinaia di alunni, col rischio di dover chiudere sezioni o intere scuole e mettere a repentaglio molti posti di lavoro».
Altro motivo per cui nemmeno gli asili cattolici lasceranno fuori i non vaccinati. «Non facciamo gli sceriffi — chiude Cecchin — se lunedì se ne presenterà qualcuno, entrerà in classe mentre i genitori saranno invitati in segreteria e davanti a loro il preside chiamerà il sindaco. Se non interverrà, allerteremo i carabinieri». Tutto ciò vale anche per le multe fino a 500 euro, che dovrebbero essere comminate agli inadempienti dalle Usl, però in attesa di istruzioni dal ministero della Salute. Insomma, la moratoria di un anno messa nero su bianco dal Veneto e poi ritirata è già realtà.