Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ecco la maxi-guaina per difendere piazza San Marco dall’acqua alta
Dovevano iniziare a fine febbraio, poi dopo Pasqua. Ora, dopo qualche inghippo anche burocratico, il cantiere per l’impermeabilizzazione del nartece (cioè l’ingresso) della Basilica di San Marco, uno dei punti più bassi di Venezia che va sotto acqua già con 65 centimetri di marea, dovrebbe partire il 15 maggio: in sei mesi la Renzo Rossi Costruzioni (per la parte delle opere civili) e la Ecf (per gli impianti) installeranno delle valvole per chiudere i «gatoli» (i cunicoli attorno alla basilica per scaricare la piovana) in caso di alta marea, per evitare la risalita dell’acqua. Questo è il primo step e in questo modo si taglieranno il 70 per cento delle acque alte di San Marco, ma comincia a prendere forma anche l’intervento principale, quello che porterà all’impermeabilizzazione dell’intera piazza. I primi disegni del progetto a cui stanno lavorando le imprese Thetis e Kostruttiva sono comparsi nei giorni scorsi nel bilancio della prima, approvato giovedì dal nuovo cda.
L’ipotesi progettuale allo studio è quella di inserire delle guaine verticali lungo il perimetro della piazza, per evitare che l’acqua entri sotto terra. Ci saranno poi due sistemi per intercettare l’acqua e altrettanti cunicoli: uno primario, che dovrà prendere l’acqua dei gatoli e portarla fuori, quello secondario dedicato invece alle acque interne. Anche in questo caso – visto che i lavori degli anni scorsi del Consorzio Venezia Nuova hanno portato le rive a quota 110 centimetri, la quota a cui si alzerà il Mose – l’obiettivo è impedire all’acqua di risalire da sotto, come sa bene chiunque l’abbia vista «ribollire» dai tombini in caso di alta marea. Un primo progetto era stato già realizzato vent’anni fa dal Consorzio allora guidato da Giovanni Mazzacurati, ma il costo superava i 50 milioni di euro: troppo, tanto che era stato poi tenuto in stand-by. E’ stato il nuovo provveditore alle opere pubbliche Roberto Linetti a volere fortemente che ripartisse l’idea, anche perché quando il Mose entrerà in funzione sarebbe difficile far capire perché, a fronte di 5 miliardi e mezzo spesi, la piazza centrale della città continua ad andare sotto acqua.
La progettazione è stata affidata a Thetis e Kostruttiva, che in questa prima fase sono impegnate nell’ipotesi di fattibilità del progetto: ora è previsto un confronto con gli enti e le categorie, poi si passerà al progetto definitivo e quindi, dopo l’estate, a quello esecutivo. E’ ancora presto per un preventivo preciso, ma il costo finale dovrebbe essere tra i 20 e i 25 milioni di euro, dunque ridotto alla metà rispetto al progetto di 20 anni fa.