Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Famila, è un bis: lo scudetto a un passo
Schio supera Ragusa anche in gara due, martedì al PalaMinardi si può già festeggiare
Sembra quasi che l’unico SCHIO avversario possibile che separi Schio dalla conquista del suo nono scudetto sia proprio Schio stessa.
La lezione, evidentemente, non era stata imparata a dovere fino in fondo. Fino a quattro minuti dall’ultima sirena in gara 2 di finale con Ragusa, va in scena una replica di quanto accaduto in semifinale con Napoli. Errori, spina scollegata, falli e gioco farraginoso. Insomma il Famila viaggia due spanne sotto i propri standard. Quasi avesse bisogno di essere messa con le spalle al muro per tornare a dare il meglio di sé. Comprensibile, a dire il vero, considerato che non deve essere facile rimanere costantemente sulle frequenze giuste dopo aver vinto di tutto e di più negli ultimi anni. Il parziale di 20-6 e il 63-58 finale, però, valgono più di qualsiasi altro commento e adesso martedì sera al PalaMinardi di Ragusa il Famila potrà chiudere il conto e vincere il suo nono scudetto. «Bene così – spiega a fine gara Chicca Macchi – abbiamo conquistato una vittoria sofferta ma che ci mette sul 2-0 nella serie. Sappiamo bene quanto sia difficile, ma sappiamo anche che siamo abituate a giocare queste partite. E che abbiamo dimostrato di saperle vincere». Si comincia piano (16-17 dopo il primo parziale), si mette la testa avanti a metà gara (31-30), poi arriva la crisi inspiegabile, che rischia di compromettere tutto. La Passalacqua ringhia, Ndour e Hamby fanno paura e il 43-48 della terza sirena fa riflettere non poco.
Dopo la grande paura, però, emerge chiaramente il superiore tasso tecnico di Schio, che si prende anche gara due della finale scudetto e si cuce sul petto un pezzo del tricolore. Non è ancora fatta ma la vittoria è di quelle che pesano e l’ultimo parziale, quello decisivo, è da grande squadra. Nonostante la giornata non sia esaltante Zandalasini sbaglia la tripla del pareggio sul 49-52, poi Ndour si carica ancora una volta la squadra sulle spalle per il nuovo +5 (49-54). Si gioca spalla a spalla e punto a punto, Yacoubou si scrolla di dosso un pomeriggio nero con un gran canestro. Sbaglia Macchi e torna in possesso Ragusa, che con Kuster punisce ancora una volta il quintetto di Pierre Vincent. Passano i minuti e arrivano i pezzi da novanta. Come Zandalasini, che a un minuto e 24 secondi dalla fine mette una tripla pesantissima firmando il sorpasso e il 58-56 che sposta gli equilibri.
Da quel momento in poi, ecco la vera Schio. Che difende bene, che segna quando serve (bellissima l’azione che porta Macchi a segnare da sotto) e chiude il conto con Yacoubou e un libero di Dotto che fissa il punteggio sul 6358 finale. «Dispiace – sospira il coach di Ragusa, Gianni Recupido – loro l’hanno vinta di esperienza. Ci riproveremo in gara tre, sapendo che siamo al dentro o fuori». Ma il profumo di scudetto, ormai, è inconfondibile.