Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Omicidio Pretto, il fratello: «Giustizia e troverò la pace» Il delitto un anno fa, ma non c’è un colpevole

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ZOVENCEDO Un anno di insistenti domande rimaste senza risposte, un delitto senza ragione d’essere, non un colpevole, solo una tomba su cui piangere. Sono dodici mesi questa sera che l’artigiano e boscaiolo Mauro Pretto, 47 anni, è stato ucciso sull’uscio di casa, un casolare arroccato sulle colline di Zovencedo. E ancora il killer non ha un nome e un volto, nonostante le indagini dei carabinier­i del nucleo investigat­ivo di Vicenza che di recente sono tornati in contra’ Gazzo con i Ris per un sopralluog­o con lo scanner e per rielaborar­e la scena del crimine in 3d, oltre all’identikit dell’assassino. Di chi, fucile da caccia caricato a pallettoni, ha sparato al 47enne in pieno petto, trafiggend­ogli il cuore. E sono passate ore prima che si scoprisse il delitto. «È come fosse accaduto ieri. Non passa giorno che non mi faccia mille domande, senza riuscire a darmi risposte: una grande sofferenza» racconta, provato, il fratello Diego Pretto, che ha organizzat­o per oggi alle 19 nella chiesa di Castelnovo di Isola, dove il boscaiolo era nato, una messa in suo ricordo. Il fratello sa bene che le indagini non si sono mai fermate e confida che si arrivi al killer.

«Vivi alla giornata sperando che arrivi quella telefonata – continua - che mi dicano che hanno trovato chi ha ammazzato Mauro con tanta cattiveria, come un animale. Voglio guardarlo in faccia questo e capire perché lo ha fatto». Perché una ragione ancora non c’è, non è chiara, solo ipotesi. Forse un cacciatore o bracconier­e con cui il 47enne, animalista e ambientali­sta convinto, aveva litigato; forse una persona con cui aveva discusso al bar. «Certo Mauro era un burbero, ma

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