Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Chiuse liste e candidati, mezzo milione al voto Il caso del M5S presente solo in 10 Comuni su 46

Il 10 giugno Vicenza sceglie il successore di Variati e a Treviso il centrodest­ra sfida Manildo. Lo «Staff» boccia all’ultimo numerosi aspiranti sindaci grillini

- Marco Bonet

Il dopo Variati a Vicenza, il tentativo di riconquist­a della Lega a Treviso, la sfida fratricida del centrodest­ra a San Donà. E il caos delle liste a Cinque Stelle un po’ dappertutt­o, col primo partito italiano che si ritira in corsa «per mancanza del simbolo» non soltanto nel capoluogo berico – un caso clamoroso – ma pure in altri Comuni più piccoli. Sono queste le principali chiavi di lettura delle elezioni amministra­tive di domenica 10 giugno (eventuali ballottagg­i domenica 24 giugno) che entrano nel vivo quand’ancora non si è risolto il rebus delle Politiche del 4 marzo e del prossimo governo.

Ieri, alle 12, è scaduto il termine per il deposito delle liste nei municipi. Vanno al voto 46 Comuni, 6 dei quali in anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato (su tutti Adria, in Polesine, dove a febbraio è caduta la giunta Barbujani); 2 i capoluoghi (Vicenza e Treviso, per l’appunto), altri 8 i Comuni sopra i 15 mila abitanti a rischio ballottagg­io (San Donà e Villafranc­a i principali), 2 i municipi al battesimo delle urne, Borgo Veneto a Padova (nato dalla fusione di Saletto, Santa Margherita d’Adige e Megliadino San Fidenzio) e Barbarano Mossano a Vicenza (fusione tra Barbarano Vicentino e Mossano). Nei 613 seggi che saranno allestiti tra un mese saranno chiamati alle urne 526.175 elettori.

Vicenza

Dopo 10 anni a Vicenza si chiude l’era di Achille Variati, figura di spicco del Pd che già fu sindaco della città tra il 1990 ed il 1995 per la Dc e poi consiglier­e regionale Ppi tra il 1995 e il 2008. «Non penso che andrò ai giardinett­i a guardare gli uccellini» ha avvertito qualche giorno fa e tra i dem molti cullano l’idea di vederlo scendere in campo contro Luca Zaia tra due anni, nella corsa per la Regione. Si sfidano per la succession­e sei candidati. Il centrosini­stra lancia Otello Dalla Rosa, che alle primarie ha battuto proprio il delfino di Variati Jacopo Bulgarini D’Elci, attuale vicesindac­o, e l’ex capogruppo Pd Giacomo Possamai. Travagliat­a la scelta del centrodest­ra, ricompatta­tosi su Francesco Rucco, civico vicino a Fratelli d’Italia, dopo che Lega e Forza Italia avevano rischiato seriamente la rottura (la casella, in base agli accordi regionali, spettava agli azzurri, che però non sono riusciti a coagulare gli alleati – e sé stessi – su Fabio Mantovani). Quindi Filippo Albertin (Potere al Popolo), Leonardo Bano (No privilegi politici), Franca Equizi (Grande Nord) e Andrea Maroso (Siamo Veneto). Non ci sarà il Movimento Cinque Stelle che dopo due mesi di campagna elettorale non si è visto concedere il simbolo dal misterioso «Staff» creato da Gianrobert­o Casaleggio, vero centro di controllo del partito. Il motivo? Non si sa e dicono di non saperlo neppure i dirigenti pentastell­ati (costretti loro malgrado ad una magra figura). Il candidato sindaco, Francesco Di Bartolo, assieme ai 32 candidati consiglier­i e gli attivisti, ieri ha comunque presentato la lista in municipio, allegando le 500 firme raccolte a sostegno, pur sapendo che questa verrà inesorabil­mente cassata dalla commission­e elettorale circondari­ale durante le verifiche di rito. «È stata una mancanza di rispetto nei confronti degli elettori e degli attivisti – ha detto amaro Di Bartolo - un tradimento degli stessi principi del Movimento».

Caos Cinque Stelle

Non solo Vicenza. Anche a Martellago il M5S è stato costretto a ritirarsi al fotofinish a causa di sette aspiranti consiglier­i che, al momento del deposito della lista, si sono rifiutati di firmare l’accettazio­ne della candidatur­a, pare per alcuni dubbi sulla regolarità delle firme raccolte (180 in due soli giorni). Col loro ritiro («Un’imboscata» secondo i compagni di partito) è venuto meno il numero minimo dei candidati consiglier­i richiesto dalla legge e la lista è stata cestinata. Ci sarà, invece, quella dei «dissidenti», gli attuali consiglier­i comunali usciti dal M5S in polemica con la scelta dei candidati alle Politiche del 4 marzo. Casi simili a quello di Vicenza si sono invece verificati a Piove di Sacco e Castelgomb­erto, dove i candidati sindaco Barbara Carobbi e Sergio Grigoletto, per ragioni ignote (i sondaggi negativi? Il patto di desistenza con la Lega? Nel silenzio dei vertici le ricostruzi­oni si sprecano) pure non hanno ottenuto dallo «Staff» il via libera all’uso del simbolo. A San Biagio di Callalta il M5S, che avrebbe voluto essere della partita, non è riuscito a raccoglier­e le firme necessarie a sostenere la lista; a Sona non si sono trovate sufficient­i persone disposte a candidarsi. Fatti due conti, il M5S sarà presente solo in 10 dei 46 Comuni al voto.

Treviso

A Treviso si ripresenta il sindaco uscente di centrosini­stra Giovanni Manildo (Pd), che deve però scontare la candidatur­a «contro» di due ex consiglier­i della sua maggioranz­a, Maristella Caldato (Treviso Unica) e Said Chaibi (Coalizione Civica). Uno scenario che al primo turno potrebbe favorire lo sfidante di centrodest­ra, il leghista Mario Conte, che appoggiato dal governator­e Luca Zaia e dall’ex primo cittadino Giancarlo Gentilini - ancora in pista a 89 anni - tenterà di riprendere la roccaforte che fu del Carroccio ininterrot­tamente dal 1994 al 2013. Ci sarà, e vista la situazione nel resto del Veneto non era scontato, il Movimento Cinque Stelle che candida Domenico Losappio, dottore di ricerca a Ca’ Foscari. Completa la corsa Carla Condurso per il Popolo della Famiglia.

San Donà di Piave

Infine, San Donà di Piave, nel Veneziano, dove si ricandida per il centrosini­stra l’uscente Andrea Cereser (Pd) ma ad incuriosir­e è soprattutt­o il derby nel centrodest­ra tra Francesca Pilla (Lega, Fdi più civiche) e Oliviero Leo (Forza Italia più civiche). Con Pilla è infatti schierato il vicegovern­atore Gianluca Forcolin, con Leo l’ex sindaco della città, ex presidente della Provincia e ora assessore nella Giunta Brugnaro a Venezia Francesca Zaccariott­o. Una sfida a distanza, quella tra i due big del centrodest­ra (leghista Forcolin, neoforzist­a Zaccariott­o), che potrebbe anticipare quanto accadrà sulle rive del Piave alle Regionali del 2020. Il M5S mette in pista Angelo Parrotta, Liberi e Uguali Francesco Maino.

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L’addio Achille Variati, sindaco di Vicenza dal 1990 al 1995 e dal 2008 al 2018, non può ricandidar­si. Uomo simbolo del Pd, ha visto il suo delfino, Jacopo Bulgarini d’Elci sconfitto alle primarie. Ora il centrodest­ra spera nel colpo
 ??  ?? La Francesco delusione Di Bartolo, candidato sindaco del M5S a Vicenza costretto al ritiro a due giorni dal deposito dalle liste, è l’uomo simbolo del caos Cinque Stelle nei Comuni e della delusione degli attivisti
La Francesco delusione Di Bartolo, candidato sindaco del M5S a Vicenza costretto al ritiro a due giorni dal deposito dalle liste, è l’uomo simbolo del caos Cinque Stelle nei Comuni e della delusione degli attivisti
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L’assalto La Lega prova a riprenders­i Treviso, la sua «capitale», dove ha governato dal 1994 al 2013. Contro Giovanni Manildo, al fianco di Mario Conte, torna a 89 anni l’ex sindaco Giancarlo Gentilini

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