Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
In sette per dare un volto all’era del dopo-Variati Ma i duellanti favoriti sono Dalla Rosa e Rucco
Nomi annunciati e colpi di scena (l’ultimo su M5s), ora ci sono i candidati. Nelle liste Ciambetti, Gardini, Cestaro e Soldà
Fosse un dipinto, saremmo VICENZA al punto di aver definito la dimensione della tela e aver posizionato il riquadro sul cavalletto. Ora toccherà agli elettori-artisti dare un colore alla prossima amministrazione. Ieri infatti si è chiusa la fase pre-elettorale in vista del voto per il rinnovo del consiglio comunale del 10 giugno. E dunque da oggi si sa (quasi) per certo quali dovrebbero essere i nomi fra i quali gli 81.277 aventi diritto al voto potranno scegliere il loro sindaco per i prossimi cinque anni. L’incertezza è dovuta alla telenovela del Movimento cinque stelle (l’approfondimento nell’altra pagina): dopo mesi di campagna elettorale in favore del candidato sindaco, Francesco Di Bartolo, i pentastellati vicentini si sono trovati nel momento clou di consegna della lista senza l’ok da parte dei vertici nazionali del Movimento all’utilizzo del simbolo. Risultato: ieri la lista M5S è stata consegnata in Comune, tutte le carte sono in ordine ma manca la «certificazione» che delega gli attivisti vicentini ad utilizzare il logo pentastellato da incollare in cima alla lista. La segreteria generale del Comune ha accolto la lista ma dal punto di vista formale sarà la commissione elettorale circondariale, entro domani, a valutare nel dettaglio i documenti di ciascuna lista e dunque ammettere - o meno - tutti i candidati. E quello sarà lo scoglio finale per i pentastellati. Dunque, al momento Di Bartolo va considerato della partita assieme agli altri, che non sono pochi, ma sono pur sempre meno di cinque anni fa. Nel 2013 a sfidare il primo cittadino uscente Achille Variati erano 9 candidati (10 con Variati) sostenuti da 17 liste; oggi a contendersi l’eredità di Variati (non più ricandidabile) sono 7 volti e 16 liste e solo un candidato accomuna le due tornate:
Franca Equizi, candidata sindaco nel 2013 con l’appoggio di «Sos giustizia legalità» e oggi di nuovo in pista col sostegno di «Confederazione Grande nord». Equizi rientra nella compagine di centrodestra, che schiera anche Andrea Maroso (Siamo Veneto) e Francesco Rucco (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e le civiche Vicenza ai vicentini-Popolo della famiglia, Cicero impegno a 360 gradi e #Ruccosindaco). Di contro c’è il centrosinistra, che si affida invece a due nomi ovvero Filippo Albertin (Potere al Popolo!) e Otello Dalla Rosa (Pd e le civiche Da adesso in poi, Coalizione civica, Vinova e Quartieri al centro), mentre al di fuori degli schemi destrasinistra si schierano il candidato Leonardo Bano (No privilegi politici) e, appunto, l’eventuale Di Bartolo (M5S). L’esclusione di Di Bartolo per molti sembra quasi una cer-
tezza - legata al fatto che ad oggi i vertici nazionali non hanno nemmeno risposto alle sollecitazioni degli attivisti locali - e se così staranno le cose anche domani la sfida elettorale, fra un mese, rischia di essere un match a due fra Rucco e Dalla Rosa. Di fatto, un ballottaggio al primo turno. Il candidato di centrodestra ha dalla sua il favore del vento del consenso elettorale verso quell’area registrato il 4 marzo, lo sfidante può invece contare sull’eredità di Variati, l’esperienza e i contatti in città dei (molti) rappresentanti dell’attuale amministrazione che si sono ricandidati nelle sue liste. E pensare che fino a poche settimane fa i candidati sindaco annunciati erano nove. La riduzione da 9 a 7 (e forse 6) è passata per nomi annunciati che poi non si concretizzano - come Clotilde Alberta Pedaccini di Valore Umano o come il candidato annunciato da Casapound e mai presentato - ma anche per la rinuncia di altri, su tutti Fabio Mantovani, ex-candidato sindaco di Lega e Forza Italia prima della convergenza dei due simboli su Rucco.
Ma oltre agli aspiranti sindaci, i nomi che si presentano al voto sono anche quelli dei candidati consiglieri comunali. Fra cui non mancano volti noti. Innanzitutto, mezza Giunta (cinque assessori su nove) è candidata nelle liste a sostegno di Dalla Rosa. Ma ci sono anche molti consiglieri comunali uscenti fra cui il capogruppo dell’ Udc Daniele Guarda, nonostante il suo partito si schieri in sostegno a Rucco. Nelle fila del centrosinistra c’è pure un ex-prefetto di Vicenza ora in pensione, Eugenio Soldà, mentre nella lista di sinistra (Potere al Popolo) ecco il volto di Arnaldo Cestaro, il vicentino che fece condannare l’Italia per le violenze subite durante il G8 di Genova. Nomi altisonanti non mancano però nemmeno tra le fila del centrodestra: su tutti l’europarlamentare Elisabetta Gardini, capolista con Forza Italia, e il presidente del consiglio regionale, Roberto Ciambetti, primo nome dell’elenco di candidati consiglieri del Carroccio. L’ultima lista a presentare i propri candidati è stata, ieri, la realtà «Vicenza ai vicentini – Popolo della famiglia» in sostegno di Rucco, che punta l’attenzione su sicurezza e centralità della famiglia tradizionale, con il capolista Stefano Boschiero. Propongono, tra le altre cose, un presidio fisso della polizia municipale nel prefabbricato che ospita d’estate la succursale della Biblioteca Bertoliana, un taglio delle tasse alle famiglie numerose e la chiusura dei centri commerciali la domenica.