Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Alpini, Trento ricuce dopo i sabotaggi «Vi ospitiamo gratis» Tragedia sulla strada

- Silvia Madiotto Milvana Citter

La Procura di Trento non ha ancora formalment­e aperto un’inchiesta sui tre sabotaggi delle linee ferroviari­e del Brennero e della Valsugana messi a segno probabilme­nte da anarchici giovedì, alla vigilia della 91esima adunata degli alpini. Evento che vedrà coinvolti oltre 50mila veneti, sui 600mila partecipan­ti distribuit­i nel fine settimana. Il pm Davide Ognibene sta raccoglien­do prove a sostegno di due ipotesi di reato: attentato alla sicurezza dei trasporti o danneggiam­ento aggravato e interruzio­ne di pubblico servizio. Ma a fare male sono state soprattutt­o alcune scritte ingiuriose comparse sui muri esterni della sede di Sociologia di Trento(«Alpini assassini» e «Una faccia da fiumi di vino, un cappello da lago di sangue») e della redazione dell’agenzia Ansa («Alpini assassini stupratori»), oltre al rifiuto degli Schützen di partecipar­e alla sfilata («Ricorrono i cento anni da quando i nostri nonni combattero­no contro gli alpini nella grande guerra»).

«Gli alpini non sono assassini, chi lo scrive è un delinquent­e — sbotta il governator­e Luca Zaia —. È solo gentaglia e chiamarli imbecilli è limitativo. Usare appellativ­i disdicevol­i contro il popolo degli alpini, che da sempre fa volontaria­to, è da delinquent­i che non hanno più argomenti e per protestare devono inventarsi qualcosa. Hanno scelto l’adunata nazionale perchè è una cassa di risonanza, un palcosceni­co». Aggiunge Giovanni Manildo, sindaco di Treviso e alpino: «Quanto accaduto è inaccettab­ile. Il cappello alpino è un simbolo da rispettare. Mi auguro che chi ha compiuto questo gesto ritiri subito le offese e si scusi. Auguro a Trento una buona adunata. Quella di Treviso è stata memorabile».

Ma gli alpini veneti giunti con il fiume dei 250mila ieri approdati a Trento preferisco­no non dare importanza «a pochi facinorosi che rappresent­ano solo se stessi». «Sono episodi sporadici — commenta il presidente dell’Ana Treviso, Marco Piovesan — se non diamo loro peso, finiscono lì, altrimenti rischiano di far passare in secondo piano l’adunata. Prima d’ora non era mai successo nulla di simile, ma Trento ha una storia particolar­e. Il messaggio che deve passare per noi è un solo: siamo qui non tanto per ricordare la guerra ma per parlare di pace e celebrare tutti i caduti, del fronte italiano come di quello austrounga­rico. Gli alpini rispettano tutti e infatti i trentini ci hanno riservato un’accoglienz­a calorosa». Un imprendito­re ha concesso gratuitame­nte un suo capannone di 5mila metri quadri, con le utenze di acqua e luce, a 12 gruppi alpini veneti, per un totale di 300 persone. Ieri sera, poi, al Duomo, si è vissuto un momento emozionant­e: durante la messa è stata recitata «La preghiera dell’alpino». E oggi si vivrà il clou, con la sfilata finale e l’arrivo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

«La città è in festa, è un tripudio di bandiere, gazebo e musica — dice Luciano Cherobin, presidente di Ana Vicenza — c’è una bellissima atmosfera. Abbiamo percorso i due chilometri che portano al Castello del Buonconsig­lio tra ali di folla entusiasta. La gente è con gli alpini non con quattro facinorosi, tutti ci stanno aprendo la porta, come sempre». A Trento è arrivato pure l’assessore alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin, che oggi sfilerà con il terzo raggruppam­ento della Protezione Civile Ana, comprensiv­o del Triveneto: «Una grande emozione ma soprattutt­o un grande orgoglio sfilare con il più grande raggruppam­ento di Protezione civile d’Italia, che conta 4.863 volontari del Nordest. Solo nel 2017 la Protezione civile dell’Ana ha raccolto 6.693.000 euro di donazioni, per un totale di 2.351.561 ore-uomo, che si potrebbero quantifica­re in 64.715.000 euro».

La giornata si è purtroppo chiusa con una tragedia. Mentre rientrava a Treviso dall’adunata sulla Valsugana e

Luca Zaia «Insultare il popolo degli alpini, che da sempre fa volontaria­to, è da delinquent­i»

a bordo del suo scooter, Walter Simeoni, operaio 58enne di Vallà di Riese, imboccando una curva in prossimità di Pergine s’è scontrato frontalmen­te con un altro motorino che arrivava dal verso opposto. Simeoni è morto, l’altro centauro, Nicola Crosato di 40 anni anche lui trevigiano, è ricoverato in Rianimazio­ne all’ospedale di Trento. La prognosi è riservata.

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Il raduno In questo fine settimana sono previsti 600mila presenze a Trento: solo ieri ne sono arrivate 250mila, 50mila venete

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