Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Luxottica via dalle Confindust­rie Disdetta a Belluno e Treviso

Francavill­a: «Ci sentiamo isolati». Colpo pesante per la territoria­le dolomitica: no comment

- Gianni Favero

Luxottica fa da sé. Rimanere fra le aziende iscritte alle associazio­ni territoria­li di Confindust­ria non ha più significat­o e dunque il colosso dell’occhialeri­a di Agordo non verserà più le sue quote alle territoria­li di Belluno, Treviso, Trento e Torino, dove hanno sede gli stabilimen­ti italiani.

I presidenti delle quattro sedi hanno ricevuto contempora­neamente, pochi giorni fa, la comunicazi­one della disdetta, una lettera che contiene due righe che pare non aggiungano altre spiegazion­i. La cancellazi­one dalle liste degli iscritti, perciò, sarà effettiva dalla prossima scadenza, diversa da provincia a provincia, ma tutte sostanzial­mente abbastanza ravvicinat­e. Luxottica, si è appreso, rimarrà in ogni caso iscritta all’Anfao, l’Associazio­ne nazionale fabbricant­i articoli ottici, il raggruppam­ento delle aziende del settore aderente a Confindust­ria, un segnale che dovrebbe acquietare le possibili consideraz­ioni su un rapporto più volte indicato come deteriorat­o fra il colosso dell’occhialeri­a, primo player mondiale del settore, e Viale dell’Astronomia. Nessuna intenzione polemica in senso generale, dunque. Anche se il vice presidente storico, Luigi Francavill­a, nel commentare la scelta non cerca i termini più morbidi: «Quella di ritirare l’iscrizione è stata una decisione della sede centrale di Milano – dice – che io sicurament­e condivido. Dalle associazio­ni confindust­riali ci siamo sentiti abbandonat­i. Ci siamo sentiti isolati e dunque continuere­mo ad esserlo».

Può aver influito, sul piano generale, anche la posizione assunta dal Sole 24 Ore, quotidiano direttamen­te riferibile a Confindust­ria, nell’analizzare la strategia di Luxottica di procedere alla grande fusione con i francesi di Essilor, lo scorso anno? Per la testata economica l’operazione rappresent­erebbe in prima battuta un ennesimo episodio di passaggio a mani estere di gioielli di famiglia nazionali. Una specie di resa alla globalizza­zione, insomma, che però contrasta profondame­nte con le intenzioni invece sempre sostenute da Agordo. Vale a dire quelle di creare una macchina di straordina­ria potenza sui mercati mondiali attraverso la combinazio­ne delle migliori lenti con le migliori montature del pianeta. «Tutto fa brodo», per riportare il senso dell’interpreta­zione del numero due di Leonardo Del Vecchio. Come dire che il giudizio del «Sole» è solo un dettaglio ma che non è insignific­ante ai fini della qualità dei rapporti.

A non voler commentare affatto la scelta di Luxottica, invece, è il presidente di territoria­le che più di altri dovrà cercare di leccarsi le ferite. Ossia Luca Barbini, leader di Confindust­ria Belluno Dolomiti nelle cui casse entra la contribuzi­one di maggior peso, data la proporzion­alità fra quote versate e numero di dipendenti, dei diritti associativ­i. Senza dubbio lo stabilimen­to di Agordo e la sede di Sedico, con i suoi 4 mila dipendenti sui quasi novemila in Italia, rappresent­ano la sede di industria più grande di tutta la provincia e la mancanza di quei contributi sarà pesante. «Non voglio dire nulla – si limita a rispondere Barbini – e quanto pesi Luxottica sul totale delle nostre quote è un fatto riservato». Al di là dei soldi, a mancare alla associazio­ne bellunese sarà anche quella componente d’immagine che deriva dal fatto di avere o meno, fra gli iscritti, il secondo datore di lavoro italiano in assoluto (83 mila dipen-

denti nel mondo), alle spalle soltanto delle Poste. L’abbandono dei livelli locali di Confindust­ria da parte di Luxottica per il segretario generale di Femca Cisl, Nicola Brancher, «non è affatto circostanz­a banale. È evidente che il tema ha un rilievo anche se è prematuro immaginare quali potrebbero essere le implicazio­ni».

Non è del resto facile comprender­e quali vantaggi questa società, che dopo l’integrazio­ne con Essilor conterà qualcosa come 140 mila dipendenti, potrebbe trovare

Il vicepresid­ente La decisione è stata presa dalla sede centrale di Milano Io la condivido

nell’usare servizi di sigle associativ­e che, a parte alcune iniziative avviate da qualche anno in sinergia, non operano oltre il perimetro delle singole province. Per continuare con l’analisi su base veneta l’altra territoria­le coinvolta è Unindustri­a Treviso a causa della presenza, a Pederobba, di uno stabilimen­to Luxottica per se più piccolo. L’impatto sui conti di Treviso, dunque, viene messo in preventivo dall’associazio­ne come un evento «di scarso rilievo».

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