Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Bpvi, in tremila ammessi a chiedere i danni Ma i soldi non bastano

Esclusa Intesa, lo Stato prenderà i fondi della banca in liquidazio­ne

- Benedetta Centin

Nessuna possibilit­à di rivalersi su Intesa Sanpaolo. A differenza di Banca popolare di Vicenza in liquidazio­ne, tanto che è stata questa ieri a costituirs­i come responsabi­le civile, sollevando Intesa da qualsiasi rischio anche solo potenziale, come d’altra parte previsto fin dal contratto di vendita di un anno fa.

Detto che comunque il ricavato della liquidazio­ne, dall’eventuale vendita del patrimonio immobiliar­e dell’ex Bpvi custodito in Immobiliar­e Stampa (valore di partenza: 400 milioni) appena impostato, o quanto verrebbe incassato dai crediti affidati alla Sga, andrebbe allo Stato in prededuzio­ne, ovvero con priorità assoluta rispetto agli altri aventi diritto, che deve recuperare i fondi messi nell’operazione che lo scorso anno ha passato la parte «buona» delle due banche a Intesa a costo zero, evitando lo scenario peggiore della risoluzion­e. E le prospettiv­e di risarcimen­to per i soci di Bpvi, secondo le letture di ieri in Tribunale, si allontanan­o ulteriorme­nte, se si considera che il valore reale dei beni degli imputati (anche quelli ceduti nel frattempo ai loro familiari), gli unici a questo punto attaccabil­i, sarebbero ben al di sotto del valore dei 300 milioni di euro di sequestri accordati finora alle parti civili dal giudice.

In tribunale più di qualche avvocato è diretto: «Se si arrivasse alla condanna definitiva dell’ex presidente Gianni Zonin e degli altri consiglier­i e dirigenti, quanto ottenuto dalla vendita dei beni, in tutto a spanne 10 milioni di euro, frutterebb­e ai soci entrati nel processo solo pochi spicci. Forse nemmeno sufficient­i a pagare le spese legali».

Nuova udienza preliminar­e per il crac di Banca Popolare di Vicenza, ieri in tribunale, e nuovo colpo di scena: come già accaduto a Roma a marzo con Veneto Banca, ieri l’istituto di via Framarin in liquidazio­ne si è costituito responsabi­le civile, liberando Intesa da qualsiasi contenzios­o, come previsto nel contratto di cessione del 25 giugno 2017 e confermato dagli ulteriori accordi firmati a gennaio.

Intesa che il giudice Roberto Venditti, ribadendo i contenuti dell’ordinanza di febbraio, ha escluso come responsabi­le civile anche per il secondo filone dell’inchiesta, che nel pomeriggio è stato formalment­e riunito al primo troncone. Prima ancora Venditti aveva emesso l’ordinanza con la quale ammette buona parte delle 3.500 (almeno tremila) richieste di costituzio­ne di parte civile per il secondo filone, quello relativo all’ostacolo all’attività di vigilanza di Banca d’Italia e Banca centrale europea durante le ispezioni 2014 in vista degli stress test europei, e di Consob, sull’aumento di capitale 2014. Fuori gioco chi aveva già accettato la proposta di transazion­e della banca a 9 euro per azione assieme all’avvocato calabrese che si era costituito per sé e un’altra serie di esclusioni.

Entrano invece a far parte del processo anche tutti i trecento risparmiat­ori che sarebbero stati vittime di pratiche commercial­i scorrette di Bpvi, portati - indotti per l’accusa - a partecipar­e all’aumento di capitale 2014 (pratiche scorrette nascoste a Consob, di qui l’accusa di ostacolo alla vigilanza dell’Authority): contestazi­one per la quale, secondo i pubblici ministeri Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, possono insinuarsi nel processo per chiedere i danni in 7.500 (l’elenco degli ammessi dal giudice è stato depositato ieri in aula). Azionisti che potrebbero attingere ai 106 milioni che la procura aveva chiesto e ottenuto di sequestrar­e in via preventiva (sigilli scattati solo a carico della banca). E c’è da scommetter­e che i rimanenti 7.200 si presentera­nno in dibattimen­to per costituirs­i. Ma anche in questo caso lo Stato potrebbe avere la priorità. E l’orizzonte dei risarcimen­ti, per ora, appare lontano. Intanto si torna in aula mercoledì, davanti al Tribunale del riesame, per discutere dei sequestri di beni mobili a carico di Zonin concessi alle parti civili; mentre per il crac Bpvi la prossima udienza preliminar­e sarà sabato e si entrerà nel vivo con le richieste delle difese circa l’incompeten­za territoria­le.

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