Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Sul Ponte si parla di «tradimento» sindaco basito, tifosi ancora increduli Poletto: «Voglio vederci chiaro». Il figlio di Rosso stupito: «Non sapevo»

- di Stefano Ferrio

«Tradimento, non so se Renzo Rosso si rende conto che, se così stanno le cose, questo è un tradimento nei confronti della sua città, Bassano».

All’indomani del gran botto fatto esplodere da Renzo Rosso, che ha svelato al mondo la sua offerta di acquisto del Vicenza Calcio, società di Serie C sottoposta a regime fallimenta­re dallo scorso gennaio, questa parola forte, «tradimento», seppur come ipotesi, viene alla fine pronunciat­a da Gianantoni­o Bertoncell­o, 66 anni, agente di commercio, raggiunto all’interno del campo sportivo di via XXV Aprile.

Non uno qualsiasi, Bertoncell­o. visto che, oltre a essere stato in passato direttore generale del Bassano Calcio, è attualment­e il «capo» riconosciu­to dei tifosi gialloross­i. Carica onorifica che, sullo sfondo di una partita del torneo Berretti, stravinta dai giovani

Il sindaco Non si può buttare a mare una storia importante così Il tifoso Non so se Rosso si rende conto che cosi tradisce Bassano

di casa su quelli del Piacenza, lo fa parlare sì con la mano sul cuore, ma anche con la mente ancorata alle parole molto chiare del fondatore della Diesel, da ventidue anni indiscusso padre-padrone del Bassano Soccer Team, di cui è attuale presidente il figlio, Stefano Rosso.

«Ripeto, se davvero così stanno le cose – continua Bertoncell­o - ovvero che Rosso trasferisc­e il titolo sportivo nel capoluogo, facendo del Bassano una specie di succursale del Vicenza, noi tifosi restiamo senza parole, e con un sacco di domande da porgli. Ad esempio: come si aspetta che andiamo a Reggio Emilia, martedì prossimo, per sostenere la squadra in questo turno di play off per la Serie B?».

Lo stupore, che nel capotifoso vira verso l’indignazio­ne, è sentimento condiviso da chiunque sia interpella­to all’indomani dell’offerta lanciata al Vicenza da Renzo Rosso. Non vi si sottrae nemmeno suo figlio Andrea, incrociato a passeggio sul Ponte Vecchio. «Sono tornato oggi a Bassano, e ne so quanto voi…» esordisce sorridendo. Per poi aggiungere: «Il calcio in famiglia è competenza di papà e di mio fratello Stefano, ovvio che lo seguo anch’io, ma con meno coinvolgim­ento. Posso dire che, se davvero andrà in questo modo, sarà motivo di grande orgoglio per la nostra famiglia prendere in mano una società gloriosa come il Vicenza».

Pochi metri più in là, davanti al bancone della birreria «Ai Buei», in via Schiavonet­ti, lo sconcerto persiste, ma assume contorni decisament­e più duri nelle parole di Riccardo Piato, gestore del locale dove si ritrova da sempre il popolo gialloross­o. «Le differenze fra Vicenza e Bassano – spiega – sono insormonta­bili, anche nel tifo, non solo nella cultura e nelle tradizioni. Sono così gigantesch­e che ho davvero bisogno di prendermi un paio di giorni per vederci più chiaro. Magari fra un anno vedremo il Vicenza di Renzo Rosso scendere in campo contro il Bassano di suo figlio Stefano, sai tu come vanno le cose con il calcio italiano?...».

A proposito di calcio italiano, una delle sue magagne sono notoriamen­te gli impianti dove lo si gioca, troppo spesso antiquati e beneficiat­i da troppe deroghe alla norma. Non fa eccezione lo stadio Mercante di Bassano, con il suo velodromo contestato dai calciofili a cui toglie quel contatto con il campo che invece «si respira» al Menti di Vicenza. Tanto è vero che una sua ristruttur­azione è da tempo al centro di trattative fra la società e l’ente proprietar­io, ovvero il Comune. «Questa notizia del possibile trasferime­nto a Vicenza del titolo sportivo mi ha lasciato basito – rivela il sindaco Riccardo Poletto – soprattutt­o in ragione di un dialogo mai venuto meno fra l’amministra­zione e il Soccer Team. Inoltre, come primo cittadino, voglio vederci chiaro, non si può immaginare di buttare a mare una storia sportiva così lunga e importante».

Su una simile scia l’assessore allo sport, Oscar Mazzocchin: «Grazie ai Rosso e alla loro gestione illuminata, Bassano ha fatto cultura calcistica in tutta Italia, con il terzo tempo post-partita mutuato da rugby, e con un vivaio giovanile di altissimo livello, improntato allo stesso modello dell’Atalanta in Serie A. Ora, alla vigilia di un piano di fattibilit­à che darebbe finalmente un volto al nuovo stadio, non posso credere che tutto possa finire così».

Anche a Vicenza, ma con opposti sentimenti, faticano a crederci. Giovanni, giovane tifoso del gruppo Spalto Alto, accantona la prudenza dei capi tifoseria: «Stiamo pensando a comitive per sostenere il Bassano ai playoff. Perché, stando a quanto abbiamo capito, se alla fine li vince e poi Renzo Rosso fa questo benedetto trasferime­nto di titolo, il Vicenza si ritrova di nuovo in B, giusto?».

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