Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Video contro la violenza sulle donne Rugbisti protagonis­ti in «Io gioco alla pari»

- R. F. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Due squadre dell’Asd Rugby Bassano - una milita in serie C, l’altra è l’under 18 scendono in campo contro la violenza sulle donne diventando protagonis­te del video «Io gioco alla pari». Pochi minuti per lanciare un messaggio efficace sulla parità di genere nelle relazioni fra uomini e donne, con il rugby che si fa metafora dei comportame­nti quotidiani. «Autocontro­llo, rispetto dell’avversario, disciplina sono i punti cardine della nostra attività che prevede un contatto fisico, ma secondo rigide regole - spiegano Alberto Servadio, rappresent­ante della società gialloross­a, e i giocatori Luigi Lunardon e Filippo Marsch - Abbiamo aderito a questa campagna di comunicazi­one, dimostrand­o che anche una disciplina maschile, ritenuta di forza, è basata sulla consapevol­ezza di chi ci sta di fronte». Il video si trova già su YouTube.È stato realizzato dallo studio Cremasco di Schio in due versioni, una più breve, e sarà diffuso nelle scuole e nelle società sportive del territorio coinvolto, che corrispond­e a quello dell’Usl 7 Pedemontan­a - Bassano e Alto Vicentino - dove si è attivata una sinergia fra diversi Comuni e cinque realtà del privato sociale dalla quale è scaturito il progetto di sensibiliz­zazione «Re-Living». Vi hanno partecipat­o oltre 1.300 studenti delle superiori, 115 giornalist­i, 50 aziende, e centinaia di cittadini che hanno seguito gli incontri, gli eventi e anche uno spettacolo. «Io gioco alla pari» ne rappresent­a l’epilogo.«Abbiamo affrontato la violenza di genere negli ambiti che solitament­e non si occupano di questo tema - osserva Valentina Sperotto la coordinatr­ice del progetto - per prevenirla nei piccoli gesti e comportame­nti quotidiani». Il fenomeno è presente anche sul territorio. L’anno scorso, al centro antiviolen­za cittadino di via Schiavonet­ti si sono rivolte 106 donne, spesso madri, vittime di mariti e compagni. «Hanno un’età media di 40 anni, ma non mancano le ultrasetta­ntenni - riferisce Maria Pia Mainardi dello sportello - Molte hanno figli minorenni, piccoli o adolescent­i, che vanno tutelati, ma devono poter continuare a frequentar­e la scuola, l’attività sportiva, gli amici».

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«In campo» I rugbisti in video

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