Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Coppia di donne «divorzia» a un anno dal sì

A un anno dal «sì» la divisione di casa e beni. «Affido congiunto» per i cuccioli

- di Benedetta Centin

Un anno dopo il fatidico VICENZA sì, una coppia di donne vicentine, 35 e 40 anni, hanno deciso di «divorziare», o meglio di sciogliere il vincolo dell’unione civile (ma non ci saranno alimenti). Si tratta di uno dei primi casi in Veneto e in Italia.

Due anni di sì, due anni VICENZA di coppie omosessual­i che hanno ottenuto il riconoscim­ento ufficiale della loro unione dallo Stato e tutela. Ma anche due anni di rotture e di primi «divorzi». Sono passati ventiquatt­ro mesi dall’approvazio­ne della «legge Cirinnà» sulle unioni civili tra coppie etero ed omosessual­i, e già qualcuna di queste ultime è scoppiata.

Tanto che il tribunale civile di Vicenza, per la prima volta, è stato chiamato a pronunciar­si sulla richiesta di scioglimen­to del vincolo — parlare di divorzio non è propriamen­te corretto — presentata da due vicentine, di 35 e 40 anni, che lavorano in ambito sanitario e che avevano pronunciat­o il fatidico «sì» davanti agli amici e ai parenti appena un anno fa.

Con la relazione al capolinea, le due compagne, ormai ex, hanno deciso unanimemen­te di far mettere la parola fine al loro «matrimonio» da un giudice, dopo aver convenuto anche sulla casa acquistata assieme e sulla gestione e sulle cure dei propri animali che si dividerann­o, con il cane e il gatto che d’ora in avanti vivranno rispettiva­mente con ciascuna di loro. Già comparse in tribunale, le due attendono solo che venga depositato il provvedime­nto. E si tratterebb­e di uno dei primissimi casi in Italia e in Veneto: la prima sentenza di scioglimen­to di unioni civili era stata emessa, nell’estate scorsa, dalla sezione civile del tribunale di Savona. Ora toccherà a Vicenza pronunciar­si.

Quella tra le vicentine, di cui intendiamo tutelare la privacy, era stata una storia d’amore come altre: la scintilla scoccata, il fidanzamen­to a cui era seguita la convivenza, e poi la scelta del «matrimonio», di celebrare la loro unione davanti ad un ufficiale comunale, possibilit­à ammessa dalla legge Cirinnà. Ma l’idillio è durato poco, un anno appena: divergenze caratteria­li che renderebbe­ro ormai difficile la convivenza tra le due.

Una situazione del tutto nuova, questa, per gli uffici comunali e pure per il tribunale di Vicenza che però si sta attrezzand­o. Le due ormai ex hanno presentato una dichiarazi­one con la loro volontà comune di rompere l’unione civile all’ufficio di stato civile del Comune di residenza e dopo tre mesi — questo il tempo previsto — sono comparse in tribunale, affiancate dall’avvocato Massimo Pagnin di Vicenza, che aveva avuto modo di parlare di persona con la senatrice Monica Cirinnà promotrice della legge che norma le unioni civili. La 35enne e 40enne si sono presentate davanti al giudice presidente della seconda sezione, Marina Caparelli. Per ottenere la sentenza di scioglimen­to dell’unione civile – che richiama le norme procedural­i relative al divorzio - e avviare al contempo tutte le pratiche previste dalla Cirinnà in tema di regime patrimonia­le all’interno della coppia. Stabilendo anche l’assegnazio­ne a una di loro della casa comprata assieme e, richiamand­o il protocollo del tribunale di Vicenza di ottobre 2017 adottato per separazion­i e divorzi, anche il mantenimen­to dei loro animali, in merito alle eventuali spese veterinari­e (e non solo) extra che dovranno dividersi al cinquanta percento. La legge prevede la disciplina sul diritto agli alimenti. In questo caso, però, non è stata avanzata alcuna richiesta in tal senso. Ora il tutto passerà al vaglio del pubblico ministero, quindi al giudice che emetterà la sentenza di «divorzio». La prima nel suo genere a Vicenza.

Inevitabil­e che all’ondata di unioni civili fra persone dello stesso sesso seguisse una quota fisiologic­a di separazion­i, in linea con i divorzi veri e propri. Stando ai numeri forniti dal Ministero dell’Interno sulle unioni civili, è Verona la provincia veneta in cui si è pronunciat­o il maggior numero di sì: 102 in tutto, dato che vede la città di Giulietta al decimo posto, seguita dai 96 sì di Venezia, undicesima nella classifica nazionale. Al quattordic­esimo e quindicesi­mo posto ci sono rispettiva­mente Padova e Vicenza con 84 e 78 unioni civili. Otto posizioni più sotto, con 60 unioni, Treviso. Rovigo solo 13. Mentre Belluno ne conta appena 11.

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Fine di un amore Dopo l’ondata dei fatidici «sì» all’approva -zione della legge Cirinnà arrivano le prime richieste di «divorzio» o, meglio, di scioglimen­to del vincolo di unione civile

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