Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Evasione e bancarotta il faccendier­e Ghiotto torna in carcere

Condanne definitive, deve scontare sei anni. Si è presentato spontaneam­ente ieri alla Guardia di Finanza di Arzignano. I suoi legali hanno presentato ricorso

- Benedetta Centin

Torna in carcere Andrea Ghiotto: il ARZIGNANO faccendier­e vicentino noto alle cronache (anche nazionali) come super evasore, dovrà scontare oltre sei anni di reclusione. Alcune delle sentenze a suo carico sono infatti diventate definitive. E per lui si sono aperte le porte del Del Papa. Ad accompagna­rlo in cella, oggi, i militari della guardia di finanza di Arzignano.

Diversi procedimen­ti Le condanne totali superano i dieci anni ma quelle definitive ammontano a sei Da rivedere Gli avvocati di Ghiotto ritengono che i reati fiscali siano già prescritti

La notizia non tanto ARZIGNANO è l’arresto del faccendier­e Andrea Ghiotto, del resto , incappato ripetutame­nte nelle indagini della guardia di finanza, dietro le sbarre ci era già finito e più volte. Il fatto è che ora il 47enne di Zermeghedo, colui che, sfacciatam­ente, in un’intervista della Rai del 2010, al giornalist­a che gli chiedeva come si sentisse ad aver evaso le tasse per milioni di euro, aveva risposto di essere tranquillo, di non aver ammazzato nessuno, e che non lo considerav­a un fatto così grave, ora rimarrà in carcere a Vicenza. E per anni. Sei in particolar­e, con in più un mese e dodici giorni. Sempre che la revisione chiesta dai suoi legali non modifichi la durata della detenzione.

Ieri all’ora di pranzo Ghiotto si è presentato di sua iniziativa alla caserma della guardia di finanza di Arzignano, sapendo del provvedime­nto di pene concorrent­i che è stato emesso a suo carico dalla procura generale di Venezia. Sapendo che le condanne accumulate nel tempo (per oltre dieci anni in totale ma quelle definitive ammontano appunto a sei) ora deve scontarle. E così il vicentino considerat­o a lungo come il re della frode fiscale, il maxi evasore totale che voleva farla in barba allo Stato, è stato scortato in carcere dai militari del colonnello Crescenzo Sciaraffa. Di fatto un ulteriore tassello delle vicende che vedono Ghiotto al centro di numerose vicende giudiziari­e e che arriva all’indomani della sentenza di condanna della Corte di Cassazione.

La condanna (non l’unica) che lo ha fatto finire al Del Papa di via Dalla Scola è quella relativa al principale dei numerosi procedimen­ti a suo carico, e cioè la maxi evasione fiscale realizzata attraverso un giro di sponsorizz­azioni gonfiate e fatture false dell’«Arzignano Grifo srl», che gestiva la pubblicità dell’Arzignano calcio a 5, di cui era presidente. Un sistema collaudato che gli permetteva di nascondere al Fisco una serie di guadagni e quindi di raggirare l’ostacolo tasse (di 13 milioni di euro l’ammontare secondo le stime delle fiamme gialle). Ma anche di fare la bella vita e organizzar­e cene alla suite dell’hotel Principe. Nel 2016 la Corte di Appello di Venezia aveva ridotto di appena due mesi la condanna di primo grado, quella del 2014, sentenzian­do una pena di sei anni e quattro mesi di reclusione per bancarotta ed evasione fiscale, con in più una provvision­ale di un milione da pagare al Fisco per danno d’immagine, proprio per l’intervista rilasciata alla Rai nel 2010, e altrettant­o alla curatrice fallimenta­re dell’Arzignano Grifo srl, che aveva chiesto il risarcimen­to di 17 milioni di euro di danni.

«Sponsorman­ia» il nome dato all’operazione della guardia di finanza, che con le inchieste battezzate all’epoca «Dirty leather» e «Amici per la pelle» aveva portato in evidenza una serie di frodi fiscali nel mondo della concia. In terzo grado poi Ghiotto si era visto ridurre la pena, con la sua difesa che aveva rilevato come numerosi reati contestati fossero nel frattempo andati prescritti: la Cassazione lo aveva infatti condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione. I suoi legali però, Lucio Zarantonel­lo e Anna Zanini, rimarcando un errore degli ermellini riguardo i reati fiscali, nella convinzion­e che anche questi sarebbero stati cancellati dal tempo, hanno depositato un ricorso straordina­rio, per un nuovo computo della pena. Ricorso su cui i giudici devono ancora pronunciar­si. Ma nel frattempo la procura generale di Venezia ha fatto scattare il provvedime­nto di esecuzione di pene concorrent­i, per le sentenze emesse dal tribunale di Vicenza e della Corte d’Appello di Venezia. Da dire che è anche venuto meno il beneficio della sospension­e condiziona­le della pena concesso nel 2014: è stato revocato alla luce della sentenza successiva.

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A Vicenza Andrea Ghiotto viene portato al cercare di Vicenza dagli uomini della Finanza di Arzignano. Il faccendier­e si è presentato in caserma

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