Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il panorama dello spirito
Paesaggio incontaminato, natura e misticismo. Il santuario che sorge sul Monte Lussari è trekking, preghiera e gita «verde»
A1789 metri sul livello del mare, nell’estremo Nord-Est del Friuli dove si congiungono le Alpi Giulie, le Alpi Carniche e la catena delle Caravanche, c’è un piccolo monte che da oltre sei secoli ospita un santuario intorno al quale, nel tempo, è nato un piccolo borgo raggiungibile o camminando per circa due ore e mezza o con una cabinovia: il Monte Lussari. Un luogo che nonostante le guerre, le invasioni, i cambiamenti di nazionalità di questi territori è sempre rimasto un punto di incontro fra le culture e le etnie latinaromanza, slava e germanica come dimostra il suo nome conosciuto in quattro lingue: l’italiano, lo sloveno Svete Višarje, il friulano Mont di Lussari e il tedesco Luschari- berg. Un punto di incontro delle genti grazie al suo essere fin dal 1360 meta di pellegrinaggi legati alla devozione alla Madonna. Secondo la tradizione, infatti, un pastore della zona smarrì le sue pecore che, poi, ritrovò inginocchiate attorno a un cespuglio al centro del quale c’era la statuetta di una Madonna con Bambino. Il pastore portò la statuetta al parroco del paese, ma la mattina seguente la stessa statuetta fu ritrovata nuovamente sotto lo stesso cespuglio sul Monte Lussari sempre attorniata dalle pecore. Riportata al parroco, la statuetta dopo un po’ ricomparve per la terza volta. Allora il Patriarca di Aquileia ordinò che sul luogo fosse costruita una cappella dedicata alla Madonna.
Proprio quella Cappella della quale, in realtà, non si conservano più tracce, sarebbe all’origine dell’attuale santuario la cui costruzioni iniziò nel 1500 e fu completata nel tempo la chiesa, la canonica e strutture per accogliere i pellegrini. Il santuario, tuttavia, trovandosi in una zona di confine, ebbe vita difficile. Nel 1786, infatti, l’Imperatore d’Austria, Giuseppe II, fece chiudere la chiesa vietando i pellegrinaggi. Nel 1790, però, il successore di Giuseppe, Leopoldo, fece annullare l’ordinanza e la venerata statuetta poté tornare nella sua dimora. Nel 1807 un fulmine distrusse la porta in legno della chiesa che, tuttavia, fu ricostruita e ampliata. Durante la Grande Guerra, infine, il santuario venne a trovarsi sulle linee di tiro degli opposti eserciti e nel 1915 una bomba lo centrò in pieno generando un incendio che lo distrusse. La statua si salvò e per alcuni anni fu conservata in diverse chiese a Camporosso, Villach, Klagenfurt, Maribor e Dravograd fino a quando nel 1925, dopo la ricostruzione della chiesetta, poté rientrare sul Monte Lussari.
Dopo la costruzione della prima funivia nel 1960 e della successiva Cabinovia in anni più recenti, il santuario e il borgo annesso (con negozi, ristoranti e rifugi) sono diventati meta frequente non solo per i pellegrini, ma anche per gli appassionati di escursionismo e di sci. In estate, infatti, l’area del Lussari offre sentieri e strade forestali percorribili a piedi e/o in mountain-bike nella natura incontaminata, fra i quali il panoramico sentiero che porta alla Cima Cacciatori. Oggi il monte rientra nell’area protetta della Foresta millenaria di Tarvisio, con uno tra gli habitat faunistici meglio mantenuti delle Alpi e continua a offrire un panorama impagabile che lo rende un luogo unico: a Sud si vedono il Montasio e lo Jôf Fuart, a Nord la valle della Drava e la Carinzia, a Est il Mangart e lo Jalovec e a Ovest le Alpi Carniche e il massiccio del Großglockner.
Il sentiero Per godere di una vista ineguagliabile, non c’è niente di meglio che raggiungere il lugo attraverso il suggestivo Sentiero del Pellegrino