Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Spoglio a rilento, l’esito all’alba Civica piglia-tutto (con la Lega)
Il risultato certo solo di prima mattina con la lista di Rucco a farla da padrona. Le richieste delle categorie
Una giornata calda, una notte incandescente. Ma tutto si è concentrato in quelle 24 ore da quando hanno aperto i seggi, alle 7 di domenica, a quando sono terminate le operazioni di spoglio, circa le 7 di ieri. Tanto è bastato, a Vicenza, per cambiare volto: da città amministrata dal centrosinistra per dieci anni (il sindaco uscente del Pd Achille Variati non era della partita) a capoluogo a trazione centrodestra.
La città del Palladio si è svegliata, ieri mattina, con un nuovo sindaco (in pectore) ovvero Francesco Rucco, avvocato di 43 anni e con un passato di dieci anni nei banchi dell’opposizione a Palazzo Trissino. È lui a trionfare al primo turno nella tornata elettorale in cui i vicentini hanno portato alle urne tutta la loro voglia di cambiamento. A dire la verità, lo hanno fatto poco più di uno su due: l’affluenza ai seggi si è fermata al 55,80 per cento degli aventi diritto, uno dei risultati più bassi degli ultimi anni, inferiore pure alla media degli altri Comuni d’Italia al voto a quota 60 per cento. Ma la maggioranza di quei 48.668 cittadini che si sono recati alle urne ha scelto la coalizione che sosteneva Rucco (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e 3 civiche), a cui è andato il 50,64 per cento dei voti, contro il 45,87 per cento conquistato da Otello Dalla Rosa, volto del centrosinistra appoggiato dal Pd e da 4 liste civiche. Il restante 3,48 per cento se lo sono spartiti gli altri 4 candidati in corsa: 1,08 per cento per Filippo Albertin (Potere al Popolo!), 1,03 per cento per Andrea Maroso (Siamo Veneto), 0,70 per cento per Leonardo Bano (No privilegi politici) e 0,68 per cento per Franca Equizi (Confederazione Grande nord). A fare la differenza, per Rucco e Dalla Rosa, sono state le liste civiche. Da una parte - nel centrodestra - per l’exploit della lista #Ruccosindaco, che alla sua prima apparizione alle urne diventa la prima forza politica con il 24,54 per cento (10.953 voti); dall’altra parte, invece, per i bassi risultati delle 4 civiche a sostegno di Dalla Rosa: «Da Adesso in poi» si ferma al 7,72 per cento, «Vinova» al 6,53 per cento, Quartieri al centro al 3,88 per cento e Coalizione civica al 3,61 per cento. Poi però c’è l’altra faccia della medaglia, ovvero i partiti: nel centrosinistra tiene il Pd con il 23,88 per cento (10.659 voti), mentre nel centrodestra si registra il cambio di passo della Lega alle amministrative: il Carroccio conquista il 15,88 per cento pari a 7.085 voti, cioè tre volte tanto le scelte registrate nel 2013 (2.032 voti). Scende invece Forza Italia, passata dai 4.650 voti del 2013 (%) ai 2.341 (pari al 5,25 per cento) di questa tornata elettorale, e pure Fratelli d’Italia ottiene un risultato sotto le attese, a quota 1,66 per cento con 740 voti (alle recenti Politiche del 4 marzo aveva conquistato il 4,54 per cento ovvero 2,632 preferenze). Dunque, in città a fare da traino è stato il nome del candidato sindaco, sceso in campo per primo nel centrodestra - lo scorso novembre - e rimasto in corsa, con il vento a favore che spirava dal 4 marzo e con i partiti che piano piano si sono raccolti attorno alla sua candidatura. Nella notte elettorale si sono dati appuntamenti tutti al suo comitato elettorale di piazzetta Duomo. Qui in pochi credevano apertamente alla vittoria al primo turno, ma molti lo speravano: il dato sull’affluenza ha gettato subito uno sconforto generale e il ritardo nell’arrivo dei primi dati ha aumentato la tensione (il risultato del primo seggio è arrivato all’1.37 del mattino), che è cresciuta col passare delle ore e fino alle 6, quando è arrivata la conferma della vittoria dai numeri degli ultimi seggi. «Siamo molto contenti - afferma il segretario cittadino della Lega e candidato Matteo Celebron - e per me il dato della Lega è fantastico». «Evidentemente – precisa il coordinatore provinciale di Forza Italia, Matteo Tosetto – la scelta di responsabilità che abbiamo fatto per ricompattare la coalizione ha premiato».
E in città la vittoria di Rucco è letta in molti modi. Confindustria pone l’accento sull’affluenza («Sintomo dell’aumentata disaffezione dei cittadini verso la politica») e lancia un messaggio preciso: «Auguro a chi è stato scelto dai cittadini - dichiara il presidente degli Industriali di Vicenza, Luciano Vescovi - di agire concretamente nella trasformazione della nostra provincia, prendendo a riferimento le regioni più avanzate d’Europa». Il presidente di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo, chiede «un’opposizione costruttiva» e poi si rivolge ai vincitori: «Ci sono molti temi su cui lavorare – dichiara Bonomo - e uno dei nodi da risolvere è quello della Tav, perché noi la città ne ha bisogno anche se il Governo sembra che non la voglia. E poi ci sono aree degradate da riqualificare. La coesione di tutte le associazioni di categoria può essere un valore per la prossima amministrazione, che deve però saperlo sfruttare». «Semplicità e spontaneità hanno premiato» osserva il presidente provinciale di Coldiretti, Martino Cerantola, mentre il presidente di Confagricoltura Vicenza, Enrico Pizzolo, chiede il coinvolgimento delle categorie «sulle infrastrutture che interessano il futuro del territorio, dalla Tav alle ferrovie». Infine, si uniscono ai messaggi quello della presidente di Cna Vicenza, Cinzia Fabris («Che l’operato della nuova squadra sappia aiutare un tessuto economico in timida ripresa») e del segretario provinciale Cisl di Vicenza, Raffaele Consiglio («La nuova Giunta sappia guidare le grandi trasformazioni in atto»).