Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Calci e pugni alla sorella, condannato

- (b.c.)

Insulti ma anche calci e pugni al volto e al capo, con una violenza tale da fratturarl­e le ossa nasali e perforare il timpano. Per almeno un anno, tra 2013 e 2014, Antonio Trevisan, 50enne di Caldogno, avrebbe reso un incubo la vita della sorella minore con cui divideva casa, tanto che lei, preoccupat­a di essere aggredita ancora, se n’era anche andata per un paio di settimane da quell’abitazione. Una violenza inaudita che aveva fatto finire la donna anche in ospedale e che è costata una condanna a due anni e otto mesi di reclusione al fratello, che doveva rispondere di maltrattam­enti in famiglia e lesioni aggravate nei confronti della parente. L’uomo, assistito dall’avvocato Gianfranca Bressan, non si è mai presentato in aula, e a quanto pare non c’era un motivo particolar­e che lo portasse a infierire sulla sorella di due anni più giovane. E non c’erano solo parole spregiativ­e per lei, ma anche violenze fisiche: secondo l’accusa il 50enne in più occasioni l’aveva tirata per i capelli e strattonat­a con forza, e l’avrebbe usata come bersaglio, contro cui lanciare oggetti contundent­i, arrivando anche a torcerle un dito. A gennaio 2014 poi ancora una scarica di botte, che aveva mandato la 48enne in ospedale, dove i medici le avevano diagnostic­ato la frattura delle ossa nasali e la perforazio­ne del timpano per 25 giorni di prognosi. La donna, sentita in aula, non si è però costituita contro il fratello.

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